Lo scalpellino by Camilla Läckberg

Lo scalpellino by Camilla Läckberg

autore:Camilla Läckberg
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Marsilio
pubblicato: 2011-07-13T04:00:00+00:00


Fjällbacka 1926

Dietro di lei i gemelli, che ormai avevano compiuto due anni, facevano un gran baccano, e Agnes li zittì infastidita. Non aveva mai visto dei bambini così chiassosi. Sicuramente è perché hanno trascorso tutto quel tempo dagli Jansson e hanno imparato dai loro mocciosi, pensò, sorvolando sul fatto che i suoi figli praticamente li aveva allevati la vicina. Adesso, con il trasloco, le cose sarebbero cambiate. Seduta sul carro, si voltò indietro soddisfatta. Sperava di non dover mai più vedere quell’odiosa baracca. Finalmente si sarebbe avvicinata, anche se solo di un passo, alla vita che meritava e avrebbe almeno vissuto in mezzo a gente normale, con un po’ di vita intorno. La casa che avevano preso in affitto non rappresentava un gran motivo di gioia, anche se le stanze erano più pulite e più luminose e anche più grandi di qualche metro quadrato rispetto alla loro parte di baracca, ma almeno era in centro a Fjällbacka. Avrebbe potuto uscire senza sprofondare nel fango fino alle caviglie e fare conoscenze più stimolanti di quelle delle mogli degli scalpellini che non facevano altro che sfornare figli. Finalmente avrebbe avuto modo di frequentare persone diverse. Quanto potesse essere interessante per loro stringere rapporti con lei, che comunque apparteneva alla schiera delle mogli degli scalpellini che tanto disprezzava, Agnes decise di non chiederselo, o forse non l’aveva nemmeno sfiorata l’idea che potessero non notare che lei era diversa.

«Johan, Karl, calmatevi. State attenti a non cadere» disse Anders ai bambini. Troppo permissivo, come al solito. Se fosse stato per lei li avrebbe messi a tacere con una sgridata, e magari anche con uno schiaffo. Ma in questo Anders era irremovibile: nessuno aveva il permesso di alzare le mani sui suoi figli. Una volta l’aveva sorpresa mentre stava per dare uno scappellotto a Johan e la lavata di capo che ne era seguita l’aveva indotta a non riprovarci. In tutto il resto riusciva a portare Anders dove voleva, ma quando si trattava di Karl e Johan aveva lui l’ultima parola. Perfino i nomi aveva scelto. Se erano buoni per i re, erano buoni anche per i suoi figli, aveva detto. Agnes aveva sbuffato. Che ridicolaggine. D’altra parte a lei non importava proprio dei nomi dei bambini, e quindi, se ci teneva tanto, che fosse pure lui a decidere.

La cosa più piacevole sarebbe stata non trovarsi più addosso quella piattola della Jansson. Le aveva fatto comodo che si fosse presa cura lei dei mocciosi, ma le sue occhiate di rimprovero le avevano sempre dato sui nervi. Come se una persona fosse meno degna solo perché non considerava che lo scopo della sua vita fosse pulire il culo a dei mocciosi.

Non potendo arrivare con il carro fino alla casa, che si affacciava su una delle strette discese che conducevano al mare, dovettero trasportare a spalla le masserizie per l’ultimo tratto. Anders avrebbe fatto un altro paio di giri per andare a prendere i pochi mobili scalcagnati, ma Agnes salutò l’anziano proprietario ed entrò. Non aveva mai pensato



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