L'Ombra Del Leone by Steve Berry

L'Ombra Del Leone by Steve Berry

autore:Steve Berry [Berry, Steve]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: alfio1
editore: alfio1
pubblicato: 2010-11-05T23:00:00+00:00


Quella donna aveva passato l'esistenza a manipolare le persone, e ne era ancora capace, persino in quelle condizioni.

«Enrico Vincenti.»

«Italiano? Non si direbbe.»

«Mi piaceva il nome.»

«Ho la sensazione, Enrico Vincenti, che lei e io siamo molto simili.»

Lo pensava anche lui. Aveva due nomi, molti interessi, ma una sola ambizione. «Cosa sa dell'HIV?»

«Solo che mi sta uccidendo.»

«Sapeva che esiste da milioni di anni? Fatto incredibile, considerando che non è nemmeno vivo. Nient'altro che acido ribonucleico - RNA - circondato da un rivestimento di proteine.»

«È uno scienziato?»

«A dire il vero, sì. Sapeva che l'HIV non ha una struttura cellulare? Non è in grado di produrre nemmeno una briciola di energia. L'unica caratteristica tipica di un organismo vivente che mostra è la capacità di riprodursi. E anche per quella ha bisogno del materiale genetico di un organismo ospitante.»

«Come me?»

«Temo di sì. Conosciamo l'esistenza all'incirca di un migliaio di virus, ma se ne scoprono di nuovi tutti i giorni. Una metà risiede nelle piante, il resto negli animali. L'HIV risiede negli animali, ma è davvero unico.» Notò l'espressione perplessa sul viso avvizzito. «Non vuole sapere cos'è che la sta uccidendo?»

«Ha importanza?»

«In verità, può averne molta.»

«Allora, mio nuovo amico che chissà perché si trova qui, la prego di continuare.»

«L'HIV è speciale perché può trascrivere il suo genoma all'interno del DNA di un'altra cellula. È per questo che si chiama retrovirus. Aderisce alla cellula che lo ospita e la trasforma in un duplicato di se stesso. È un ladro che deruba la cellula della sua identità.» S'interruppe, lasciando che la metafora fosse compresa. «Duecentomila cellule di HIV raggruppate assieme sarebbero a malapena visibili a occhio nudo. È super resistente, quasi indistruttibile, ma per vivere ha bisogno di un misto ben preciso di proteine, sali, zuccheri e, più importante di tutti, dell'esatto pH. Troppo dell'uno, troppo poco dell'altro e... muore.»

«Suppongo sia qui che entro in ballo io.»

«Oh, sì. Mammiferi a sangue caldo. I loro corpi sono perfetti per l'HIV. Tessuto cerebrale, fluido cerebrospinale, midollo osseo, latte materno, cellule della cervice uterina, liquido seminale, membrane mucose, secrezioni vaginali: tutti possono ospitarlo. Sangue e linfa, però, sono i suoi rifugi preferiti. Il virus, signorina Walde, vuole soltanto sopravvivere. Proprio come lei.» Guardò l'orologio sul comodino. O'Conner e gli altri due erano di guardia all'esterno. Aveva deciso di parlare in quel luogo perché nessuno li avrebbe disturbati: Kamil Revin gli aveva detto che le guardie addette alla casa cambiavano tutte le settimane e che quel compito non era affidato a esponenti del battaglione sacro, perciò nessuno badava molto a quella abitazione, a meno che non fosse di turno lì. Un'altra delle molte ossessioni della Zovastina. «E la cosa interessante è che l'HIV non dovrebbe neanche essere in grado di vivere dentro di lei, date tutte le cellule che combattono le infezioni presenti nel sangue. Ma ha adottato una raffinata forma di guerriglia microscopica, giocando a nascondino coi globuli bianchi. Ha imparato a rintanarsi in un posto in cui non andrebbero mai a guardare.» Fece una pausa drammatica. «Nei linfonodi. Noduli grandi



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