L'ultima pagina. Da Vladimir Majakovskij a David Foster Wallace, da Cesare Pavese a Virginia Woolf, storie di scrittori che hanno deciso di togliersi la vita by Susanna Schimperna

L'ultima pagina. Da Vladimir Majakovskij a David Foster Wallace, da Cesare Pavese a Virginia Woolf, storie di scrittori che hanno deciso di togliersi la vita by Susanna Schimperna

autore:Susanna Schimperna [Schimperna, Susanna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Literary Figures, Literary Criticism, General, Self-help, Death; Grief; Bereavement
ISBN: 9788862525329
Google: OLWKzQEACAAJ
editore: iacobellieditore
pubblicato: 2020-07-15T16:50:36.169000+00:00


Yukio Mishima

Tokyo, 14 gennaio 1925 | Tokyo, 25 novembre 1970

Oscuro, controverso, pazzo, fanatico esaltato, pericoloso. Ma anche grande scrittore, uomo coerente fino all’autosacrificio. Così, benché sia assurdo separare l’indiscusso genio artistico di Yukio Mishima (vero nome Kimitake Hiraoka) dalla sua vita e dalle sue convinzioni, lo si fa, privilegiando l’estetica letteraria e dimenticando o accantonando quello che è stato il Mishima persona, il Mishima politico, il Mishima suicida nel modo più plateale e violento che si possa immaginare, in obbedienza però non a un desiderio malato di stupire ma a una antichissima tradizione, quella dei samurai.

Kimitake Hiraoka nasce il 14 gennaio 1925 a Tokyo, quindi è abbastanza grande per vedere la Seconda guerra mondiale e soprattutto la sconfitta che umilierà il Giappone. L’imperatore Hirohito, regnante, simbolo dell’unità del Giappone e custode della sua identità, per alcuni anche grande capo religioso di ascendenza divina, è costretto a pronunciare alla radio una dichiarazione sulla propria natura umana, con questa negando ogni pretesa di superiorità del popolo su cui regna rispetto agli altri. La nuova Costituzione viene redatta dal generale Mc Arthur seguendo le indicazioni dei vincitori, e il potere dell’imperatore ne risulta enormemente ridimensionato. Ulteriore sottomissione: il Trattato di San Francisco del 1951, con cui il Paese accetta di rinunciare (per sempre) ad avere un proprio esercito, eccetto uno in misura ridotta, e affida la propria difesa agli Stati Uniti.

Il discorso alla radio di Hirohito è uno shock per tutti i giapponesi, che non solo non avevano mai preso in considerazione l’ipotesi di una sconfitta, ma non possono ora sopportare che il loro imperatore abbia smesso di essere intoccabile. Si suicidano a migliaia e nasce il fenomeno dei soldati fantasma, che non accettano di arrendersi. Contro ogni realtà storica, trattato, evidenza, ma non contro una logica per loro sacra, quella dell’onore. Hiro Onoda con il suo plotone continua a combattere nell’isola filippina di Lubanf fino all’arresto, nel 1974. E c’è la figura leggendaria di Teru Nakamura, dichiarato morto nel 1955 ma vissuto da solo in una piccola capanna nell’isola Morotai, Indonesia, che nel novembre 1974 venne scoperto casualmente e arrestato anche lui.

Mishima non si limita a essere sconvolto, sente suo dovere agire. Odia la modernità, l’occidentalizzazione che cancella le tradizioni appiattendo tutto, la sudditanza non solo politica ma anche culturale e nei costumi agli Stati Uniti, lo svilimento della figura dell’imperatore che lui invece venera. Il nuovo governo ha proibito addirittura l’insegnamento nelle scuole di storia e morale giapponese, mentre la rinuncia forzata alla guerra ha cancellato l’unico modo onorevole di morire dei samurai. Nel 1968 Mishima, che già si addestrava insieme al Jieitai, Forza di Autodifesa Giapponese, crea un suo esercito privato di cento individui accuratamente selezionati e lo chiama Tate no Kai, la Società degli scudi.

Tokyo, 25 novembre 1970. Mishima si dirige con quattro dei membri più fidati del Tate al quartier generale del Comando Orientale delle Forze Giapponesi di Auto-Difesa, in pratica quell’esercito ridotto che è stato concesso al Giappone di mantenere. Mentre alcuni suoi seguaci tengono in ostaggio



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