L'ultimo segreto dei Templari by Martin Walker

L'ultimo segreto dei Templari by Martin Walker

autore:Martin Walker [Walker, Martin]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2019-05-30T13:56:40+00:00


18.

Mentre parcheggiava il furgone davanti alla Mairie, Bruno sentì una donna chiamare il suo nome. Si voltò, e vide che Amélie lo salutava da un tavolo della terrazza di Fauquet. Davanti a lei, insieme a una tazza di caffè, c’era una copia di “Le Monde”, un portatile e il suo onnipresente cellulare. La raggiunse, scusandosi per averla abbandonata quella mattina.

“Dov’è Balzac?” chiese lei.

“A casa. Non potevo portarlo alla riunione per la sicurezza. Eravamo in videoconferenza con Parigi.” Gli bastò solo parlarne perché gli tornasse alla mente l’immagine di Isabelle, insieme a un improvviso ricordo di lui che le liberava i capelli dallo chignon, lasciando che gli scivolassero tra le dita. Con uno sforzo, si costrinse a tornare alla realtà.

“Sei stata qui tutta la mattina?” le chiese.

“Fauquet ha una buona connessione internet, ottimi croissant e caffè eccellente. Mi sono goduta il sole, ho letto il giornale e ho riguardato i miei appunti: mi ha sorpreso il fatto che tra le notizie di oggi non ci sia niente riguardo all’attacco a Dumesnil,” fu percorsa da un brivido improvviso. “Non ho dormito affatto bene, ripensando a quello che hanno fatto a quel poveraccio.”

“All’ospedale dicono che è in terapia intensiva. Non è sui notiziari perché J-J per ora vuole tenere la cosa sotto silenzio.”

“Immagino che l’incontro per la sicurezza riguardasse lui.”

“Preferirei non parlarne qui. Ti va di andare a pranzo?”

“Certo! Andiamo ancora da Ivan?”

“No, a casa mia, così passo a prendere Balzac e ti preparo un’omelette di quelle che non si trovano a Parigi. Sarà un pranzo leggero, perché stasera ho la cena in onore di Horst, che si sposerà sabato. Festeggiamo il suo addio al celibato.”

Acquistò una baguette da Fauquet e poi percorsero la strada che li portò fino a casa, dove Balzac era impegnato a dare il suo saluto a ogni macchina che passava. Come previsto, il basset hound li aspettava in fondo al viale e, quando li vide, lanciò un lungo e sonoro ululato. Adesso che aveva un bel vocione adulto, a Balzac piaceva molto ascoltarsi.

“Mon Dieu, l’avranno sentito anche in paese,” commentò Amélie, mentre si abbassava a salutare il cane, evidentemente colpita.

“È così che si comporta un bravo cane da caccia, in questo modo, quando è sulle tracce di qualcosa, riesco a ritrovarlo anche nel bosco. Non sarà mai veloce, ma può correre per tutto il giorno. È così che i basset hound cacciano i cinghiali, li rincorrono fino a farli crollare esausti. Credo che faccia abbastanza caldo da mangiare fuori.”

Lasciò Amélie ad apparecchiare la tavola sulla terrazza, mentre lui andò nel pollaio e scelse sei uova fresche. Raccolse un po’ di rucola e un ciuffo di prezzemolo e, con il suo coltellino, recise i germogli ancora verdi dei pisse-en-lit, che, una volta maturi, sarebbero sbocciati nel fiore del tarassaco. Ma Bruno aveva altri progetti per loro.

Quando ne ebbe raccolti una ventina, andò in cucina, aprì una bottiglia di vino bianco e ne versò due bicchieri. Amélie si appoggiò al bancone e lo osservò mentre lavava l’insalata e i germogli, mise una grossa noce di burro nella padella e ruppe le uova in una ciotola.



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