Maigret ha paura by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: poliziesco
editore: Adelphi - gli Adelphi (Le inchieste di Maigret)
pubblicato: 2004-05-31T22:00:00+00:00

Quando uscirono dalla casa del giudice, alle otto e un quarto, furono lì lì per tornare indietro, tanto erano sorprendenti la calma e il silenzio che improvvisamente li avvolsero.

Verso le cinque del pomeriggio il cielo era diventato di un nero cupo e in tutta la città si eran dovuti accendere i lampioni. Poi si udì lo scoppio di due tuoni, brevi, laceranti. Infine le nuvole si erano sciolte, non in acqua ma in grandine. Si videro i passanti scomparire, come spazzati via dalla tempesta, mentre piccole sfere bianche rimbalzavano sulle strade come palline di ping-pong.

Maigret, che in quel momento si trovava seduto al Café de la Poste, si era alzato insieme agli altri, e tutti erano poi rimasti in piedi vicino alle vetrate, a guardare la strada come si trattasse di un fuoco d'artificio.

Adesso era tutto finito; sembrava strano non sentir più il vento né la pioggia, poter camminare nell'aria immobile, e vedere, sollevando la testa, le stelle sopra i tetti.

Forse a causa del silenzio, turbato solo dal rumore dei loro passi, camminarono senza dirsi una parola, risalendo la strada in direzione di place Viète. Giunti all'angolo di questa sfiorarono un uomo, in piedi nel buio, immobile, con una fascia bianca sulla manica del soprabito e un manganello tra le mani, che li seguì con gli occhi senza proferir parola.

Pochi passi più in là Maigret aprì bocca per fare una domanda e l'amico, che l'aveva intuita, spiegò con tono imbarazzato:

"Il commissario mi ha chiamato poco prima che uscissi dall'ufficio. Si stavano preparando da ieri. Stamattina alcuni mocciosi hanno infilato le convocazioni nelle cassette delle lettere. Si sono riuniti alle sei e hanno costituito un comitato di vigilanza."

Naturalmente non si riferiva ai mocciosi ma a certe teste calde della città.

Chabot soggiunse:

"Non possiamo impedirglielo."

Proprio davanti alla casa dei Vernoux, in rue Rabelais, altri tre uomini con la fascia bianca sul braccio erano fermi sul marciapiede e li guardavano avvicinarsi. Non perlustravano la città, restavano lì, di guardia, e sembrava che li stessero aspettando, che avrebbero impedito loro di entrare in casa. A Maigret sembrò di riconoscere, nel più piccolo dei tre, l'esile figura del maestro Chalus.

I tre uomini facevano un certo effetto. Chabot esitò ad avanzare verso l'uscio, come se fosse tentato di proseguire per la sua strada. Non c'era ancora aria di rivolta, e nemmeno di disordine, ma era la prima volta che si scontrava con un segno così tangibile del malcontento popolare.

In apparenza calmo, dignitoso, il giudice istruttore salì infine i gradini e sollevò il battente della porta.

Dietro a lui nessun bisbiglio, nessuna parola di scherno. Sempre immobili, i tre uomini continuavano a osservarlo.

Il colpo del battente risuonò all'interno della casa come in una chiesa. Subito dopo, come se fosse stato lì ad attendere, un maggiordomo tirò catenaccio e chiavistello e li accolse con un silenzioso inchino.

Non doveva essere la prassi ordinaria, e Julien Chabot si trattenne sulla soglia del salone, forse rimpiangendo d'esser venuto.

In una stanza dalle proporzioni di una sala da ballo era acceso il grande lampadario di cristallo e altre lampade brillavano sui tavoli.

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