Mammifero italiano by Giorgio Manganelli
							 
							
							
							
							autore:Giorgio Manganelli [Manganelli, Giorgio]
							
							
							
							La lingua: ita
							
							
							
							Format: epub
							
							
							
																				
							
							
							
							
							
							editore: Adelphi
							
							
							
							pubblicato: 2014-06-19T16:00:00+00:00
							
							
							
							
							
							
20 agosto 1978
RACCOMANDAZIONI
Il deputato radicale Mellini presenterà una proposta di legge intesa a reprimere il reato di raccomandazione; o piuttosto a istituire questo reato, e quindi reprimerlo con carcere e ammenda. Il deputato, molto ragionevolmente, non ritiene probabile l’accoglimento della proposta, ma confida che in tal modo il tema verrà portato alla pubblica attenzione.
La raccomandazione: è possibile eliminarla? È opportuno farne un reato? È, in definitiva, pensabile un’Italia senza raccomandazione? E che cosa è, psicologicamente, istituzionalmente, questo comportamento indubbiamente aberrante? Giacché, non v’è dubbio, la raccomandazione è un’istituzione, e quando gli archeologi scaveranno tra i ruderi del Bel Paese, tra mille anni, dovranno catalogare e archiviare a parte tutti i documenti che con la raccomandazione hanno a che fare; e forse sarà l’archivio di tutti più imponente, e verrà confrontato con le piramidi egizie, e qualcuno sospetterà che quelle piramidi altro non fossero che depositi di raccomandazioni, cataste, silos, contenitori giganti. E in effetti i faraoni partivano favoriti per il viaggio ultraterreno, erano, in effetti, «raccomandati».
A ben pensarci, non è facile definire la raccomandazione. Essa ha due volti: la prevaricazione e la frustrazione; ha una matrice: la sfiducia, organica, immedicabile, nella giustizia di qualsivoglia ordinamento di questa nazione e, in più, un segreto, tetro, elusivo rispetto per l’ingiustizia, la potenza, la capacità di agire; come se solo l’astuzia e la larvata minaccia o l’interessata benevolenza potessero far sì che qualcosa accada.
È pensabile un potere che non sia ingiusto? È pensabile un potere che rinunci ad essere potente? La raccomandazione presuppone non solo un potente, ma un debole; ed il potente ama i deboli di un affetto cannibalesco, giacché essi sono il pascolo dei suoi candidi denti. Non so se quando nella liturgia cattolica si introduceva il concetto paesisticamente fascinoso di «valle di lacrime» ci si riferiva alla vita terrena, o in particolare all’Italia. Come che sia, una «valle di lacrime» esige un commercio clandestino di fazzoletti, magari kleenex, collirio, moccichini. Il punto è: possiamo noi chiudere la sorgente delle lacrime? In tal caso elimineremo ogni ragionevole necessità di ricorrere ai fazzoletti notturni.
La raccomandazione è propria di una condizione ingiusta, di una concezione del potere brutale e fintamente benevola. La raccomandazione è vergognosa; ecco, sono incerto se porre a questo punto una interrogazione; giacché mi accorgo di quante cose vergognose è fatta la nostra esistenza, quanto c’è in essa di ontoso, di clandestino, di inconfessato. L’Italia – dove l’istituzione fiorisce, ma che certamente non ne è il solo eden – non pare interessata all’idea di una società giusta; essendo una società di moltissimi deboli e pochi potenti, è una società di complici.
Abolire la raccomandazione, e per legge, vuol dire proibire ai deboli di essere tali, ed ai potenti di godere di potenza; e notate che a fare la legge dovrebbero essere i potenti, e altri potenti dovrebbero amministrarla. In definitiva, la proposta radicale ci ripropone la domanda tormentosa e degradante, ma perenne: fino a che punto è possibile rendere «giusta» una convivenza? Non esiste una vocazione alla prevaricazione cui è vano
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