Megan Hart - Pensieri Proibit_by Graziellai by Pensieri proibiti by Graziella

Megan Hart - Pensieri Proibit_by Graziellai by Pensieri proibiti by Graziella

autore:Pensieri proibiti by Graziella
La lingua: ita
Format: epub
editore: Agharta 108


17

Odiavo Sassy. Avrei voluto strapparle i capelli colorati, nonché tutti i suoi dannati piercing. Nascosi il mio astio fingendo interesse per il mio panino.

«Insomma ti ha preparato la colazione?» chiesi a Joe con noncuranza, inghiottendo bile e masticando un boccone che sapeva di segatura.

«No, perché mi sono svegliato prima di lei e me ne sono andato.»

Cercai di non fargli capire quanto fossi soddisfatta di quell'epilogo. «La rivedrai?»

Joe mi guardò sorpreso. «Veramente ci vediamo ogni settimana.»

Mi sforzai di non fargli notare il mio disappunto. «Allora state bene insieme.»

Lo stupore di Joe aumentò. «Ci vediamo in ufficio, Sadie» precisò. «Non siamo più usciti insieme dopo quella sera.»

«Perché no?»

«Perché non è il mio tipo, e comunque mi ha fatto capire chiaramente che non è in cerca di un fidanzato.»

Questo l'aveva già detto raccontandomi la sua conquista; però aveva passato la notte con lei, cosa che non faceva mai. Non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di Joe che si addormentava abbracciato a Sassy.

«Mi piace» aggiunse dopo qualche secondo.

«Lo immagino. Da come me l'hai descritta dev'essere una ragazza in gamba» commentai seccamente.

Joe mi fissò. «Tu cosa vedi in me, Sadie? Cosa vedi quando mi guardi? Per te sono solo un bel vestito, un'auto di lusso e un buon lavoro?»

Esitai. «No» risposi infine, a testa bassa.

«Guardami, Sadie.»

Obbedii.

«Cosa vedi in me?» insistette.

Scossi leggermente la testa e distolsi lo sguardo mentre mi alzavo. «Devo rientrare nel mio studio. Ho un appuntamento fra mezz'ora.»

Joe rise. Non era la sua solita risata, calda e seducente, ma un suono aspro, nervoso. «Ci vediamo il mese prossimo.»

Io annuii, evitando ancora di guardarlo. Lui rimase seduto sulla panchina. Il suo sguardo mi bruciava al centro della schiena mentre mi allontanavo.

Di solito era lui ad andarsene per primo e io lo seguivo con lo sguardo mentre camminava. Quel giorno, invece, fui io ad andare via per prima, lasciandolo solo sulla panchina. Nonostante lo desiderassi ardentemente, non mi voltai a lanciargli un'ultima occhiata prima di tornare alla mia vita.



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