MEMESTETICA by Valentina Tanni

MEMESTETICA by Valentina Tanni

autore:Valentina Tanni
La lingua: ita
Format: epub
editore: NERO


Aaron Graham, Hair Straightener Used to Cook Individual Piece of Bacon, 2012; courtesy dell’artista.

L’esempio più lampante di una simile dinamica è rappresentato dalla foto Hair Straightener Used to Cook Individual Piece of Bacon, postata su Jogging nel 2012 dall’artista Aaron Graham. Ispirandosi a popolari siti come There I Fixed It – che pubblicano maldestri e divertenti tentativi di aggiustare oggetti rotti utilizzando materiali non idonei e soluzioni non «professionali», producendo così assemblaggi improbabili – Graham ha fotografato una piastra per capelli con dentro una striscia di bacon, proponendo un uso alternativo dell’elettrodomestico e categorizzando l’opera come «performance». L’immagine, condivisa decine di migliaia di volte, è divenuta ormai un classico del mondo dei meme: il carattere umoristico dell’oggetto, unito alla passione tutta statunitense per la pancetta (con conseguente abbondanza di meme sul tema), ha determinato l’enorme diffusione della fotografia, che ora campeggia in migliaia di siti, senza attribuzione, mescolata a foto di altre stranezze domestiche come il ferro da stiro usato per scaldare la pizza, l’iPhone trasformato in un apribottiglie e il carrello per la spesa usato come griglia per la carne. Al tempo stesso, basta fare una semplice ricerca su Google per scoprire che l’artista ha a sua volta «trovato» l’idea su internet: le pagine che, ben prima del post di Jogging, fanno riferimento alla possibilità di cucinare del bacon con una piastra per capelli sono tantissime – discussioni su Reddit, domande su Yahoo Answers, e persino una pagina di un ospedale inglese che mette in guardia sui pericoli domestici provocati da un simile metodo di «cucina alternativa». Ci troviamo quindi dinanzi a un caso di ready made: l’artista trova un’immagine o un concetto, li preleva dalla vita quotidiana, ci aggiunge la sua firma e una didascalia. A questo punto però, invece che esporla in un museo, la posta di nuovo su internet, dove le informazioni di contesto si perdono rapidamente, riportando l’immagine al punto di partenza. Oppure possiamo pensare alla strategia di Jogging come a una forma di clickbaiting: l’artista attira l’attenzione degli utenti della rete con un’immagine che risponde a certi canoni, studiata ad hoc per diventare un meme, spingendo alcuni di loro a ricercare la fonte del contenuto cliccando sul sito dell’artista, riportato in calce ad ogni post. La maggior parte del pubblico, tuttavia, non arriva a tanto: si limita semmai a fruire dell’immagine senza ricavare alcun indizio del suo status originario.

Se analizziamo l’immagine di Graham dal punto di vista storico-artistico, non è difficile riconoscere elementi che richiamano lo stile visivo e concettuale dell’assemblaggio dadaista e surrealista, in cui la miccia per l’immaginazione era rappresentata dall’accostamento di elementi incongrui. Ma a tornare alla mente sono anche gli oggetti assurdi di Jacques Carelman, che nel 1969 pubblicava il Catalogo d’oggetti introvabili, una parodia dei cataloghi di vendita per corrispondenza piena zeppa di divertenti stramberie: dalla caffettiera per masochisti, con il beccuccio ruotato verso la mano dell’utilizzatore, alla macchina per «mettere i puntini sulle i», passando per il tavolo a dondolo e il preservativo di merletto. «Alcune persone dirottano gli aerei, altri i fondi pubblici o la conversazione.



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