Memoria by Jacques le Goff

Memoria by Jacques le Goff

autore:Jacques le Goff [Goff, Jacques le]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Romanzo
pubblicato: 2012-03-25T12:13:02+00:00


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è praticamente ignorato, cosí come ignorata è l’ Institutio ora-riae (152o) del domenicano tedesco Johannes Romberch, che toria di Quintiliano).

conosce tutte le fonti antiche dell’arte della memoria e si ba-A partire dalla fine del xii secolo la retorica classica as-sa soprattutto su Tommaso d’Aquino. Romberch, dopo aver sume la forma di ars dictaminis, epistolografia ad uso ammi-portato al suo apice il sistema dei loci e delle imagines, schiz-nistrativo, di cui Bologna diviene il grande centro. È qui che, za un sistema di memoria enciclopedica dove l’esperienza nel 1235, viene scritto il secondo dei trattati di questo ge-medievale si schiude nello spirito del Rinascimento. Ma in-nere, composto da Boncompagno da Signa, la Rhetorica no-tanto la teologia aveva trasformato la tradizione antica del-vissima, dove la memoria in generale è cosí definita: « Che co-la memoria come parte della retorica.

sa è memoria. Memoria è un glorioso e ammirevole dono di Nella linea di sant’Agostino, sant’Anselmo e il cistercense natura, per mezzo del quale rievochiamo le cose passate, ab-Ailred di Rievaux riprendono la triade intellectus, voluntas, bracciamo le presenti e contempliamo le future, grazie alla memoria,di cui Anselmo fa le tre «dignità» (dignitates) loro somiglianza con le passate» [citato ibid., p. 54]. Dopo dell’anima; ma nel Monologion la triade diviene memoria, in-di che, Boncompagno richiama la distinzione fondamentale telligentia, amor. Può darsi memoria e intelligenza senza amo-fra memoria naturale e memoria artificiale. Per quest’ulti-re; ma non può darsi amore senza memoria e senza intelli-ma, Boncompagno dà un lungo elenco di «segni di memoria»

genza. Analogamente, Ailred di Rievaux, nel suo De anima, ricavati dalla Bibbia, fra i quali, per esempio, il canto del gal-

è preoccupato soprattutto di collocare la memoria tra le fa-lo è per san Pietro un «segno mnemonico».

coltà dell’anima.

Boncompagno integra alla scienza della memoria i siste-Nel xiii secolo i due giganti domenicani, Alberto Magno mi essenziali della morale cristiana del medioevo, le virtú e e Tommaso d’Aquino, dànno un posto importante alla me-i vizi di cui egli fa dei signacula, delle «note mnemoniche»

moria. Alla retorica antica, ad Agostino, essi aggiungono so-

[ibid., p. 55], e forse soprattutto, al di là della memoria ar-prattutto Aristotele e Avicenna. Alberto tratta della memo-tificiale, ma come «fondamentale esercizio di memoria», il ria nel De bono, nel De anima e nel suo commento al Della ricordo del paradiso e dell’inferno, o piuttosto la «memoria memoria e della reminiscenza di Aristotele. Egli muove dalla del paradiso» e la «memoria delle regioni infernali», in un distinzione aristotelica di memoria e reminiscenza. È nella momento in cui la distinzione tra purgatorio e inferno non linea del cristianesimo dell’«uomo interiore», includendo è ancora interamente tracciata. Innovazione importante, che, l’intenzione ( intentio) nell’immagine di memoria; egli intui-dopo la Divina Commedia, ispirerà le innumerevoli rappre-sce il ruolo della memoria nell’immaginario concedendo che sentazioni dell’inferno, del purgatorio e del paradiso che, il la favola, il meraviglioso, le emozioni che portano alla me-piú delle volte, debbono considerarsi dei «luoghi di memo-tafora ( metaphorica) aiutano la memoria, ma, giacché la me-ria» le cui caselle ricordano le virtú e i vizi.



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