Mente e linguaggio (Italian Edition) by Jerry A. Fodor & Francesco Ferretti

autore:Jerry A. Fodor & Francesco Ferretti [Fodor, Jerry A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2016-08-10T04:00:00+00:00

Parte terza. Il realismo intenzionale

Fodor’s Guide to Mental Representations è apparso per la prima volta su «Mind» nel 1985 e oggi figura nella raccolta A Theory of Content and Other Essays pubblicata per MIT Press nel 1990. Guide occupa una posizione di rilievo in questa antologia per due motivi: in primo luogo, per l’emergere di quella continuità tra questioni di contenuto e questioni di architettura funzionale che è uno dei tratti di raccordo principali dei lavori che figurano in questa raccolta; in secondo luogo, per il rilievo dato in questo scritto ad uno dei temi teorici di maggior rilievo della proposta fodoriana nella sua interezza: la questione del «realismo rappresentazionale». È attorno a questo secondo punto, in effetti, che si incentra il nodo argomentativo di Guide: portare ragioni in favore dell’idea che il contenuto degli stati mentali sia espresso in strutture simboliche di natura proposizionale. Da questo punto di vista, giustificare il realismo rappresentazionale è un modo di giustificare la tesi del «linguaggio del pensiero». Tale giustificazione è di enorme interesse perché ha ripercussioni immediate su alcuni degli aspetti più generali della teoria della mente proposta da Fodor. In particolare tocca il problema della natura relazionale degli stati mentali: solo giustificando la realtà del ldp, infatti, è possibile considerare gli atteggiamenti intenzionali, oltre che come stati dotati di contenuto, come relazioni con le rappresentazioni mentali che esprimono quel contenuto.

Il «realismo rappresentazionale» emerge, per contrasto, dalla critica al «realismo standard» (definito da Fodor anche «mero realismo intenzionale»). Più in particolare, emerge dalla critica alle due asserzioni costitutive su cui si fonda quest’ultimo: una sulla struttura interna degli stati mentali (secondo cui gli atteggiamenti intenzionali sarebbero stati «monadici», ovvero non-relazionali); l’altra riguardante le condizioni poste a fondamento della teoria semantica (interpretabili nei termini dell’isomorfismo tra ruoli causali e rete inferenziale). Nel panorama contemporaneo, in cui prevale la concezione funzionalista, l’opinione prevalente è che la prima delle due asserzioni, quella che riguarda la monadicità, sia falsa, ma che la seconda sia vera. Fodor crede che sia necessario compiere un passo ulteriore rispetto a tale opinione: la sua idea, infatti, è che siano false sia la tesi della monadicità, sia la tesi funzionalista degli stati mentali. La critica alla concezione monadica porta Fodor a sposare il «realismo rappresentazionale», ovvero la concezione più forte di realismo. A giustificazione di tale forma di realismo, egli utilizza argomenti mutuati dal funzionalismo (utilizzando ciò che in esso c’è di buono). Per dar conto della semantica degli atteggiamenti intenzionali, tuttavia, ed è questo il punto della questione, la tesi rappresentazionale necessita di condizioni ulteriori rispetto a quelle definite dal ruolo funzionale. La semantica chiama in causa la relazione con il mondo esterno: il rapporto, interno alla mente, degli stati intenzionali tra loro non è sufficiente a dar conto della nozione di contenuto mentale (né tantomeno di significato). È rilevante notare, allora, come la fine di questo saggio riproponga gli stessi problemi presentati alla fine di Propositional Attitudes: il tema futuro, che qui (alla fine del saggio) viene lasciato come questione aperta, è quello di spiegare il rapporto tra rappresentazione e mondo esterno.

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