Mila alla Scala by Massimo Mila

Mila alla Scala by Massimo Mila

autore:Massimo Mila [Mila, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2012-06-04T21:00:00+00:00


(«La Stampa», 3 marzo 1973)

LA PREDICA DI BRECHT E DI LUCULLO

LO SPETTACOLO BRECHTIANO DELLA SCALA, in collaborazione col Piccolo Teatro di Milano, è stato dirottato al Teatro Lirico, per non intralciare con le lunghe prove il normale svolgimento della stagione. La condanna di Lucullo era un tempo Il processo o L’interrogatorio di Lucullo; poi cambiò titolo quando l’autore corresse il testo, temendo di non avere versato tinte abbastanza fosche sul protagonista. Non è una commedia con canzoni, alla maniera dell’Opera da tre soldi, bensì una vera e propria opera lirica, per la cui composizione Brecht modificò il testo (nato nel 1939 come commedia radiofonica), riducendone la durata.

L’autore s’illudeva di grosso quando parlava di questo testo come d’una parabola. Parabola, leggo in un dizionario, è un «discorso o racconto il cui senso letterale ed immediato, trasferito ad un altro ordine di idee, cela un insegnamento morale». E quanto più è ampio e sconvolgente questo «trasferimento», o meglio ancora ribaltamento, tanto più la parabola riesce efficace. Esemplare la parabola evangelica dei lavoratori della vigna, dove l’ultimo arrivato prende lo stesso salario di quelli che lavorano fin dal mattino presto: fatto ingiusto e assurdo nella sfera dei valori pratici, verità liberatrice e rivoluzionaria nella sfera dei valori spirituali.

Nel Processo di Lucullo non c’è assolutamente nulla da trasferire: argomento ne è, secondo l’autore, «la condanna della guerra di rapina». Su questo argomento esiste l’accordo universale (con la sola eccezione trascurabile del futurismo marinettiano). Perciò La condanna di Lucullo non è niente affatto una parabola, bensì appartiene al genere letterario, molto più piatto, della predica, dove si ribatte con ostinazione una verità pacifica per tutti. Non essendoci nulla da scoprire, la predica si svolge come un’esercitazione retorica di tipo scolastico. (Tema: La gloria dei condottieri è fonte di lutti e rovina per le popolazioni. Dimostratelo con l’esempio del generale romano Lucullo.) La predica è un genere assai musicale: essendo prive di valori concettuali, le sue vacue allocuzioni retoriche lasciano largo posto all’integrazione musicale, anzi, la invocano. Prima che Paul Dessau decidesse, d’accordo con l’autore, di cavare un’opera dal Processo di Lucullo, già l’aveva fatto il musicista americano Roger Sessions sulla traduzione inglese (1947) e sembra che perfino Strawinsky ci avesse fatto un pensierino. La composizione dell’opera di Dessau ebbe inizio nel 1949 e la prima esecuzione ebbe luogo nel 1951 all’Opera di Stato di Berlino orientale, il 17 marzo in forma privata, e il 12 ottobre, con forti modificazioni, in pubblico.

L’intreccio consiste nel processo che viene intentato a Lucullo nel regno dei morti: giurati un contadino, un fornaio, uno schiavo-maestro, una pescivendola e una prostituta; testimoni i personaggi stessi che appaiono in un bassorilievo celebrativo delle glorie di Lucullo, cioè un re sconfitto e sua moglie, un contadino, il cuoco di Lucullo, due bambine. Si tratta di un oratorio, assai più che di un’opera, e sarebbe molto difficile ricondurre questo testo pseudoteatrale alle idee dell’autore, che «compito del teatro», per esempio, sia «di divertire la gente» e che «tutto dipende dalla vicenda... cuore della manifestazione teatrale».



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