Mille piani. Capitalismo e schizofrenia by Gilles Deleuze Félix Guattari

Mille piani. Capitalismo e schizofrenia by Gilles Deleuze Félix Guattari

autore:Gilles Deleuze, Félix Guattari
La lingua: ita
Format: epub
editore: Orthotes
pubblicato: 2021-08-17T16:00:00+00:00


Ricordi di una molecola. – Il divenire-animale è solo un caso tra altri. Ci troviamo presi in segmenti di divenire, tra i quali possiamo stabilire una specie d’ordine o di progressione apparente: divenire-donna, divenire-bambino; divenire-animale, vegetale o minerale; divenire-molecolari di ogni specie, divenire-particelle. Delle fibre portano dagli uni agli altri, trasformano gli uni negli altri, attraversando le porte e le soglie. Cantare o comporre, dipingere, scrivere non hanno forse altro scopo: scatenare tali divenire. Specialmente la musica: tutto un divenire-donna, un divenire-bambino attraversano la musica, non soltanto a livello delle voci (la voce inglese, la voce italiana, il contro-tenore, il castrato), ma a livello dei temi e dei motivi: il piccolo ritornello, il girotondo, le scene d’infanzia e i giochi di bambini. La strumentazione, l’orchestrazione, sono penetrate da divenire-animali, divenir-uccello in primo luogo e poi da molti altri ancora. Gli sciabordii, i vagiti, gli stridori molecolari ci sono fin dall’inizio, anche se l’evoluzione strumentale, insieme ad altri fattori, attribuisce loro, oggi, un’importanza sempre maggiore, come il valore di una nuova soglia dal punto di vista di un contenuto propriamente musicale: la molecola sonora, i rapporti di velocità e di lentezza tra particelle. I divenire-animali si gettano in divenire molecolari. Allora si pongono problemi di ogni specie.

In un certo senso, bisogna incominciare dalla fine: tutti i divenire sono già molecolari. Perché divenire non è imitare qualcosa o qualcuno, non è identificarsi con esso. Non è neppure rendere proporzionali dei rapporti formali. Nessuna di queste due figure d’analogia corrisponde al divenire, né l’imitazione di un soggetto né la proporzionalità di una forma. Divenire è, a partire dalle forme che si hanno, dal soggetto che si è, dagli organi che si possiedono o dalle funzioni che si svolgono, estrarre delle particelle, tra le quali si instaurano rapporti di movimento e di stasi, di velocità e di lentezza, i più prossimi a quel che si sta diventando e attraverso i quali si diviene. In questo senso il divenire è il processo del desiderio. Questo principio di prossimità o di approssimazione è davvero particolare e non reintroduce alcuna analogia. Indica nel modo più rigoroso una zona di vicinanza o di co-presenza di una particella, il movimento che ogni particella assume quando entra in questa zona. Louis Wolfson si getta in una strana impresa: schizofrenico, traduce il più velocemente possibile ogni frase della sua lingua materna in parole straniere che hanno un suono e un senso simili; anoressico, si precipita verso il frigorifero, furiosamente apre le scatole, prende alimenti che trangugia più in fretta che può.44 Sarebbe un errore credere che Wolfson prenda a prestito dalle lingue straniere le parole «mascherate» di cui ha bisogno. Piuttosto strappa alla propria lingua particelle verbali che non possono più appartenere alla forma di questa lingua, così come strappa ai cibi particelle alimentari che non appartengono più alle sostanze nutritive formate: le due specie di particelle entrano in vicinanza. Comunque si può dire: emettere particelle che assumono certi rapporti di movimento e di riposo perché entrano in una determinata zona di vicinanza, oppure: esse entrano in questa zona perché assumono quei rapporti.



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