Morte a Notre-Dame by Alexis Ragougneau

Morte a Notre-Dame by Alexis Ragougneau

autore:Alexis Ragougneau [Ragougneau, Alexis]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Guanda
pubblicato: 2014-12-16T22:00:00+00:00


Kern buttò giù il suo caffè in un unico sorso. Lo aveva lasciato raffreddare per alcuni lunghi minuti senza dire niente, facendo girare il liquido sul fondo del bicchiere allo stesso modo dei neri pensieri che lo abitavano, l’aria turbata di chi cercava di prendere tempo perché la sua indecisione gli sembrava troppo grande e gli impediva di compiere ciò per cui era venuto. Di fronte a lui, seduto su uno sgabello che sembrava troppo fragile per sostenerne il peso, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il barattolo del Nescafé tra le grandi mani, Djibril osservava il piccolo prete con il suo sguardo penetrante.

«Sembri uno che è venuto a confessarsi ma che non sa da che parte cominciare, François.»

Il prete posò il bicchiere ai piedi del letto su cui era seduto. Infilò la mano nella tasca interna della giacca e tirò fuori un fascio di fotocopie piegate in tre. Lo tese a Djibril senza una parola. Il detenuto posò il barattolo di caffè solubile e si mise a sfogliare il rapporto, che era stato pinzato in un angolo con una graffetta.

«È la copia del giudice istruttore?»

«No, quella della Procura. Ora che il caso è chiuso non verrà nominato un giudice.»

«È molto più facile. Troppo indipendenti, i piccoli giudici. Rischierebbero di ficcare il naso dove si sente puzza, vero?»

«Non lo so. Cosa pensi del dossier?»

«A prima vista, lo trovo piuttosto sottile.»

«Avevano il colpevole, perché andare a cercare altrove?»

«Come hai fatto ad averlo?»

«È stata la giovane procuratrice incaricata del caso a lasciarmelo vedere.»

«Corre dei rischi, la ragazza.»

«Lo so. Tradisce il segreto istruttorio.»

«A quel che mi dici, ormai non fa molta differenza. Ha gli ispettori attaccati al culo, giusto?»

«Cosa ne pensi del dossier? In fondo hai ragione, non so da che parte cominciare. L’ho letto sul treno. I verbali dell’interrogatorio non sono interessanti. Quello della perquisizione... come dire... non fa che confermare che il ragazzo aveva qualche problema con la propria sessualità...»

Un largo sorriso attraversò la faccia del prigioniero. Osservò con attenzione uno dei fogli del fascicolo. Con l’unghia del pollice, aprì la graffetta che teneva insieme le pagine. Padre Kern ebbe per un istante la visione di un bulldozer che strappa con delicatezza un chiodo da una tavola.

«Questa qui mi piace parecchio. Permetti? In ogni caso starà meglio qui da me che non a casa tua. Questione di coerenza. Dopotutto, l’assassino, qui, sono io.»

E conservando sul volto il suo sorriso da sporcaccione, appese al muro uno dei disegni requisiti nella stanza del giovane Thibault.

«Se sei d’accordo tengo gli altri per i miei compagni. Va bene?»

Kern conosceva troppo bene Djibril per lasciarsi destabilizzare dalle sue provocazioni blasfeme. Accettò senza dire nulla. Il detenuto contemplò ancora un momento la fotocopia sul muro, persa in mezzo alle foto strappate dalle riviste pornografiche, poi tornò a sedersi e a sfogliare il resto delle pagine. Kern riprese da dove il prigioniero lo aveva interrotto.

«Le indagini sulla scena del crimine non hanno dato risultati, per lo meno niente di significativo... Sono passate troppe persone, troppe tracce. Bisognava aspettarselo. Stiamo parlando del monumento più visitato di tutta la Francia.



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