Musicisti ebrei nel mondo cristiano by Enrico Fubini

Musicisti ebrei nel mondo cristiano by Enrico Fubini

autore:Enrico Fubini [Fubini, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788880576617
editore: Giuntina
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


V

Il “caso” Mahler

1. La nuova ricerca di identità

Il tentativo di seppellire le proprie origini e le tradizioni ebraiche che aveva caratterizzato i numerosi musicisti ebrei soprattutto nella prima metà dell’Ottocento sembra giunto a una svolta alla fine della seconda metà del secolo. L’ondata di antisemitismo che si era manifestata anzitutto in Germania ma parallelamente in Russia, in Francia, in Inghilterra e in tanti altri paesi europei può aver generato in molti intellettuali ebrei la consapevolezza che il tentativo di integrarsi nella società era fallito e comunque non aveva certo sortito i risultati sperati. A poco a poco sull’onda anche della ripubblicazione del libello antisemita di Wagner Das Judenthum in der Musik (1869) non più sotto pseudonimo ma con il nome del musicista ormai giunto all’apice della sua fama, accolto con entusiasmo da molti tedeschi, musicisti e non musicisti, gli ebrei tedeschi avvertirono il grosso malessere connesso al rifiuto e al disprezzo di cui erano oggetto nel mondo in cui vivevano, fossero essi convertiti o meno.

L’identità ebraica, che sembrava perduta o quanto meno illanguidita e resa del tutto accessoria nella vita e nella cultura di molti ebrei, diventa da ora in poi un motivo centrale di affannosa ricerca in un percorso che portò molti ebrei a riappropriarsi dell’eredità perduta, e ciò non senza conseguenze anche in chi si dedicava alla musica come compositore e come esecutore.

Il percorso spirituale, culturale e musicale, che ha portato molti intellettuali europei alla ricerca delle modalità più consone a ricomporre l’identità ebraica spezzata e messa in ombra nei decenni precedenti, è stata spesso tortuosa e non certo lineare. Schönberg rappresenta in qualche modo una svolta netta nella coscienza degli intellettuali ebrei, ma siamo ormai nel XX secolo. Non si può dimenticare che gli ultimi anni dell’Ottocento sono gli anni del processo Dreyfus,1 che risvegliò la coscienza di tanti ebrei in quei decenni e stimolò Herzl a scrivere Der Judenstaat (Lo Stato degli ebrei) e a convocare il primo congresso sionistico a Basilea nel 1897. Da questo momento molte cose cambiano con il sorgere della prospettiva sionistica, anche se non condivisa da tutto il mondo ebraico. Il trend assimilatorio largamente diffuso nell’Ottocento (basti pensare ai già citati Mendelssohn, Halévy, Meyerbeer, Offenbach e ai tanti altri intellettuali e artisti tra cui Heine) subisce una dura scossa, e molti uomini di cultura ebrei a cavallo tra i due secoli cercheranno nuove strade per realizzare il desiderio di esprimere ed affermare nella vita e nelle loro opere la propria identità ritrovata. Molti musicisti ebrei del Novecento non solo non rinnegheranno o dimenticheranno la propria identità ebraica ma cercheranno di esprimerla in vario modo nelle loro opere musicali. A volte la propria ebraicità si manifesta a livello metaforico, come nostalgia di un passato irrecuperabile ma non dimenticato e non disprezzato. A volte nel desiderio di far rivivere nella loro musica motivi, melodie e accenti propri della musica tradizionale ebraica, seppelliti nelle profondità dell’inconscio, a volte ancora cercando nella propria produzione musicale operistica temi e soggetti della tradizione storico-religiosa ebraica, a volte ancora nei nuovi legami con il nascente movimento sionista.



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