Nel continente nero by Francesco Cancellato

Nel continente nero by Francesco Cancellato

autore:Francesco Cancellato [Cancellato, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-01-24T12:00:00+00:00


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Citizen Viktor

L’Ungheria di Orbán e il controllo sui media come ideologia politica

Lei si preoccupa di quello che pensa la gente? Su questo argomento posso illuminarla, io sono un’autorità su come far pensare la gente.

Orson Welles, Quarto potere

Due funerali

Viktor Orbán non ha mai amato stare alle spalle di qualcuno. Tuttavia, quel 14 giugno 2023, tra i banchi del Duomo di Milano, le fotografie lo ritraggono alle spalle del presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, come fosse la sua ombra. Indossa un impeccabile completo nero sartoriale, una camicia bianca inamidata e una cravatta regimental anch’essa sui toni del grigio, in palette con i capelli brizzolati e con l’espressione arcigna del volto. Viktor Orbán odia anche non essere al centro della scena. Eppure quel giorno è lì, sullo sfondo, per presenziare ai funerali di Silvio Berlusconi, deceduto due giorni prima. Anche la compagnia non è delle migliori, va detto: Orbán è uno dei pochi capi di Stato e di governo esteri che hanno deciso di partecipare personalmente alle esequie del controverso leader politico italiano. L’unico di un Paese appartenente all’Unione Europea. Con lui ci sono il presidente dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, i capitani reggenti della Repubblica di San Marino, Alessandro Scarano e Adele Tonnini, e il gigantesco premier albanese Edi Rama, che gli fa ombra dall’alto dei suoi due metri di altezza. Viktor Orbán odia che qualcuno gli faccia ombra. E, proprio come Berlusconi, odia pure sembrare basso.

Le vite di Orbán e Berlusconi si sono intrecciate parecchie volte, prima del giorno dell’ultimo addio. Il loro primo incontro risale addirittura al 1993, quando Berlusconi era ancora, semplicemente, un tycoon televisivo e il presidente di una delle squadre di calcio più forti del mondo. L’Italia era nel pieno del ciclone giudiziario di Mani Pulite, che avrebbe spazzato via i partiti della Prima Repubblica, e l’allora Cavaliere, senza più referenti politici, accarezzava l’idea di fondare un partito e partecipare alle elezioni, per evitare la vittoria della coalizione progressista. Nel giorno del loro primo incontro, Orbán ha appena compiuto trent’anni, ha i capelli lunghi che gli cadono sulle spalle, un timido pizzetto che gli contorna il mento e un abito troppo grande per la sua corporatura esile. Eppure, quel giorno, è lui il maestro, l’astro nascente della politica europea: «Mi cercò» racconterà proprio Orbán a margine dei funerali di Berlusconi «perché voleva già scendere in politica e stava organizzando incontri con i leader che riteneva più interessanti, per rubare loro il mestiere».

Per capire come mai Orbán fosse un modello a cui ispirarsi per chi voleva interpretare il ruolo di uomo nuovo della politica italiana bisogna fare qualche passo indietro. Più precisamente, al 16 giugno 1989. Il giorno di un altro funerale. Che – coincidenze della Storia – ha luogo trentaquattro anni prima e due giorni dopo le esequie di Berlusconi. Quel giorno, 250.000 persone si radunano nella piazza degli Eroi di Budapest, la più importante della città. Sono lì per celebrare il funerale postumo di Imre Nagy, primo ministro ungherese



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