Nel nome del tuo sangue by Jacques Expert

Nel nome del tuo sangue by Jacques Expert

autore:Jacques Expert [Expert, Jacques]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Suspense, Psychological, Thrillers, Fiction
ISBN: 9788830431324
editore: Longanesi
pubblicato: 2011-03-13T23:00:00+00:00


Antonio

Sylvia è in cucina e sta finendo di lavare i piatti a mano, perché «ora che siamo solo tre», ha detto un giorno, «non ce ne sono molti». Ormai non usa più la lavastoviglie. Sylvia ha solo trentacinque anni ma ne dimostra molti di più. È diventata una di quelle donne dall’età indefinibile. Ha una ciocca di capelli bianchi che le ricade sulla fronte. Le è comparsa dal nulla una mattina al risveglio, all’indomani del nostro rientro dal Portogallo. Per diversi giorni ho evitato di parlargliene, nella speranza che lei la facesse sparire con un po’ di tintura. Ma una sera lei ha anticipato la mia domanda: «Hai visto questa ciocca, Antonio? La terrò così finché non avrai mantenuto la promessa. Capito? Te la ricordi la promessa?»

Mi si era rivolta in portoghese, cosa che non fa mai.

«Questa ciocca non mi è venuta per caso, sai? È un segno, fidati.»

Le avevo risposto nella nostra lingua materna: «Lo ucciderò quel tipo, Sylvia. Te l’ho promesso. Dobbiamo solo aspettare il momento giusto, ma lo farò».

E avevo persino aggiunto: «Ne ho bisogno anch’io».

Era una menzogna, ma quella donna che amavo tanto aveva bisogno di crederci. Non ero riuscito a trovare altre parole quella sera per cercare di fermare la sua lenta agonia.

Non facciamo più l’amore e non ci tocchiamo più. È già tanto se qualche volta mi sfiora inavvertitamente. Ma so che ci amiamo, forse anche più di prima.

«Dove sei stato?» mi chiede Sylvia senza guardarmi, per poi aggiungere: «Priscilla è già andata a letto».

Come mai sempre questa domanda, quando sa benissimo che esco tutte le sere, anche nei giorni di pioggia? Eppure ogni santa volta che torno a casa mi chiede dove sono stato, come se si aspettasse che io dicessi: «Ho mantenuto la promessa», quella promessa di cui non ha più parlato. La sua delusione mi addolora nel profondo dell’animo, per me è quasi una vergogna. Ma quella ciocca bianca mi ricorda continuamente la mia promessa e la mia colpa, perché ancora non ho concluso niente. Non posso nemmeno più contare sui poliziotti che a poco a poco si stanno scoraggiando, me ne rendo perfettamente conto tutte le volte che passo dal commissariato per vedere a che punto sono. Continuo ad andarci, anche se sempre più di rado, per evitare che si dimentichino di noi.

In realtà esco tutte le sere perché non ce la faccio più a stare in casa in quelle lunghe ore silenziose e preferisco allontanarmi. Ho mentito a Boulard, mi fermo sempre nel punto in cui è morto mio figlio e mi faccio ogni volta la stessa domanda: perché quella sera non l’ho visto?

Di solito Priscilla e Sylvia mi aspettano per cenare, visto che torno alle otto, ma stasera ho fatto un po’ più tardi a causa di Boulard e non mi hanno atteso. La loro vita va avanti senza di me e per Sylvia nostra figlia è diventata un peso. Ci evitiamo, ci sfuggiamo. Lei è sempre stanca.

La seguo in cucina. A tavola c’è un solo piatto, con accanto dell’insalata e un pezzo di pane.



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