Nonostante tutto by Francesca Vignali Albergotti

Nonostante tutto by Francesca Vignali Albergotti

autore:Francesca Vignali Albergotti [Albergotti, Francesca Vignali]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Psychological, Family Life
ISBN: 9788876258756
Google: PcmYCgAAQBAJ
Amazon: B015QN8ACA
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2015-09-23T22:00:00+00:00


Irina

(una bella ragazza)

È da quando sono bambina che sogno l’Italia. Nel minuscolo appartamento dove abitavamo io, la mamma e mio fratello Dimitri. Ogni tanto passava mio padre, ma solo quando non aveva più soldi e veniva a cercarli da noi. Il televisore era sempre acceso e grazie alla parabola installata nel piccolo balcone potevamo vedere i canali italiani. Ricordo interi pomeriggi sola in casa: la mamma lavorava fino a tardi a fare le pulizie negli uffici, Dimitri veniva affidato a una vicina perché era troppo piccolo per stare solo con me, mentre io mi incantavo a guardare quei programmi bellissimi e pieni di luci. Era tutto così seducente, luminoso, allegro.

E poi guardavo fuori dalla finestra, attraverso la ringhiera arrugginita del balcone, e il cielo era grigio e sempre identico. L’unica vista erano altri palazzi, tutti uguali, metri e metri di cemento uniforme che si confondevano con il cielo, un paesaggio spettrale rotto solo da qualche tetra luce al neon. Un paesaggio in bianco e nero, un silenzio lugubre. Svelta tornavo alla mia scatola colorata, piena di magici suoni e voci. Lì dentro tutti ridevano, erano felici, faceva caldo. Allora la mia mente cominciava a fantasticare, vagava immaginando che quando sarei stata grande sarei andata lì, a qualsiasi costo. Avrei trovato un uomo diverso da mio padre, che mi avrebbe voluto bene e che si sarebbe preso cura di me, avremmo avuto tanti bambini da crescere in quel paese meraviglioso circondati da colori, profumi e suoni. Lì io sarei stata felice.

Il mio sogno si è avverato solo in minima parte.

Ora sono in Italia. Avevo anche trovato un uomo, e lo amavo da morire. Ma non lo sopporto più. Eppure lo amavo così tanto. Adesso non sopporto di vedermelo intorno, detesto il suo odore, non tollero che mi venga vicino, mi fa rabbia tutto quello che fa, e soprattutto quello che dice: mi urta quando lo sento canticchiare dal bagno mentre si fa la barba, lo ammazzerei.

Sono così arrabbiata con lui perché ha distrutto il mio sogno. Quel sogno che mi aveva confortato durante i lunghi pomeriggi desolati e solitari, che mi dava sollievo quando mio padre, ubriaco fradicio, picchiava la mamma fino a farla quasi svenire, il sogno che mi aiutava a credere che un giorno Dimitri sarebbe guarito, che la mamma sarebbe riuscita a fuggire dalla crudeltà, che sarebbe vissuta finalmente in pace riuscendo a riposarsi un po’. Il miraggio che mi aveva sostenuto quando sembrava impossibile ottenere un permesso di soggiorno, la fantasia carezzevole di avere vicino qualcuno che avrebbe pensato a me. Lui invece mi ha illuso, e poi ha demolito, distrutto, frantumato il mio sogno meraviglioso, ha dato fuoco alla mia culla confortevole, che ora è cenere grigia. Grigia e immobile come i condomini che vedevo dalla finestra del mio appartamento a Kiev.

Pensavo che fosse lui. Mi ha fatto credere di essere il principe a colori che mi avrebbe salvato dal grigiore inquinato.

La prima volta che lo vidi mi piacque subito. Era bello, moro, scuro di carnagione, come piacciono a me.



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