Odi e Inni by Giovanni Pascoli

Odi e Inni by Giovanni Pascoli

autore:Giovanni Pascoli
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


III 1-6. Oh!… rossa: si ribadisce il concetto precedente: Fratti non è uno Spartano, ma in comune coi famosi guerrieri ha la forza (possa), l’ardore (voglia pugnace), gli è proprio il principio militare dell’ubbidienza assoluta al comandante e alla sorte, nonché, come garibaldino, porta una camicia rossa in tutto simile alla clamide rossa degli opliti spartani.

3-4. né… destino: si veda l’epigramma di Simonide (citato anche da Erodoto, Storie, VII, CCXXVIII), di cui P. dette doppia versione poetica (cfr. Traduzioni e riduzioni): «Annunzia a Sparta, o forestier, che siamo / qui, stesi morti, mentre obbedivamo» e «Ospite, quando ritrovi cittadini di Sparta, di’ loro: / morti giacendo nel passo ubbidïamo noi qui». Ma non è da escludere una memoria manzoniana, purgata del suo carattere negativo, cfr. Marzo 1821, 40: «la sua parte, servire e tacer». Per il motivo dell’accettazione del destino cfr. Tirteo, fr. 11, 5-6: «ἐχϑϱάν μὲν ψυχὴν ϑέμɛνoυ, ϑανάτoυ δɛ μɛλαίνας, / ϰῆϱας <ὅμως> αὐγαῖς ἠɛλίoιo φίλας», così tradotto nella Morte più bella, TR, 3-4: «Odio alla vita, o guerrieri! ed il nero destino di morte / prediligetevelo come la luce del dì» e Erodoto, Storie, VII, CIV, 5.

5-6. né… rossa: Licurgo aveva previsto questo specifico vestiario per i soldati Spartani, cfr. Senofonte, Costituzione degli Spartani, XI, 3: «(…) στoλὴν μὲν ἔ ɛιν φoινιϰίδα (…) ταυτὴν νoμίζων ἥϰιςτα μὲν γυναιϰɛίᾳ ϰoινωνɛῖν, πoλɛμιϰωτάτην δ’ ɛἶναι» [(…) una veste rossa (…) stimando che fosse l’abbigliamento più lontano dall’abito muliebre e la più adatta al combattimento]; cfr. anche la prolusione messinese del 24 gennaio 1898 in Resta, p. 119: «(…) recente è ora, e sembra lontana come quella dei Calcidesi e dei Messeni, mitica come quella di Odisseo, la storia dei guerrieri dalle tuniche rosse, come quelle degli opliti ellenici, che salpano da Messina nell’aspettante Calabria».

7. So: anche il poeta partecipa della ‘sapienza’ di Fratti: ossia riesce a vedere le profonde analogie tra le vicende antiche e i fatti odierni. – fuggevole Alfeo: l’Alfeo è un fiume del Peloponneso, a carattere carsico. L’aggettivo si riferisce a questa peculiarità del corso d’acqua che per tratti scorre sotterraneo. Ma si ricordino pure l’inseguimento e la metamorfosi del mito: Aretusa fu braccata dal fiume Alfeo e salvata dalle brame di questo da Diana, la quale trasformò la ninfa in acqua, che dall’Elide, scorrendo internamente, rifluì come fonte in Sicilia, cfr. Ovidio, Met., V, 572 e sgg. Il fuggevole riecheggerà nell’attributo «mutevole» dell’Aretusa dannunziana dell’Ippocampo, A, 7.

8. Itome: città della Messenia. La scena di battaglia sarà ricordo della seconda guerra messenica (seconda metà del VII sec. a.C.). Cfr. Tirteo, fr. 5, 8: «φɛῦγoν Ἰϑωμαίων ἐϰ μɛγάλων ὀϱέων» [fuggivano dai grandi monti di Itome] (detto dei Messeni vinti dagli Spartani).

11-12. su… Tirteo: l’embaterio era un peana marziale in anapesti, accompagnato dal suono dei flauti (tibie). Si attribuiscono vari embateri a Tirteo, poeta attico del VII sec. a.C. La leggenda vuole che questo fosse zoppo e che gli Ateniesi, per dileggio, lo mandassero presso gli Spartani, i quali avevano loro richiesto un comandante in occasione dello scontro coi Messeni.



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