Oliva Gianni - 2006 - Si ammazza troppo poco: i crimini di guerra italiani, 1940-43 by Oliva Gianni

Oliva Gianni - 2006 - Si ammazza troppo poco: i crimini di guerra italiani, 1940-43 by Oliva Gianni

autore:Oliva Gianni [Oliva Gianni]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: History, General, Military, World War II, Modern, 20th Century
ISBN: 9788804551294
Google: xKsWAQAAIAAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2006-12-14T23:00:00+00:00


«NON DENTE PER DENTE, MA TESTA PER DENTE».

Il 19 gennaio 1942 il generale Mario Roatta assume il comando della Seconda Armata, stanziata in Slovenia, sostituendo il generale Vittorio Ambrosio. La situazione dell'ordine pubblico a Lubiana e dintorni è difficile: episodi di aggressione e disarmo di soldati italiani stanno moltiplicandosi, attentati vengono compiuti nella capitale e sulla linea ferroviaria per l'Italia, la popolazione manifesta atteggiamenti di disprezzo e di ostilità verso gli occupanti e di progressiva connivenza con i resistenti, l'O.F. (Fronte di liberazione) (14) si rivela un capace centro di organizzazione della guerriglia sotto la guida dei principali esponenti del comunismo sloveno (tra cui spiccano Edvard Kardelj e Josip Vidmar). Emilio Grazioli, alto commissario, sostiene si debba reagire agli attacchi del ribellismo sloveno con una linea «morbida», mosso in questa scelta non tanto da senso della moderazione, quanto dalla preoccupazione di difendere il suo ruolo di massima autorità civile in quella che ufficialmente è una «provincia annessa» e non un territorio

occupato;

all'opposto

Mario

Robotti,

comandante

dell'Undicesimo Corpo d'Armata, lamenta da tempo la prova di debolezza che l'Italia sta fornendo e sostiene la «necessità di agire al primo indizio ed energicamente contro gli elementi sospetti ed i sabotatori» (15). Il 24 ottobre 1941, lo stesso Robotti ha emanato la prima direttiva antiguerriglia, invitando i suoi ufficiali a «orientare i corpi, le armi e le anime di tutti i dipendenti alla diffidenza verso la popolazione» e raccomandando che «la reazione ad eventuali attentati sia immediata, violenta, decisa, energica e, se necessario, completata dalla distruzione dell'abitato». In una situazione d'emergenza, secondo Robotti, è «meglio esagerare piuttosto che rischiare di venire sorpresi»

(16).

L'arrivo di Roatta segna una svolta nella politica occupazionale, e la linea sostanzialmente difensiva condotta sino ad allora in Slovenia si muta in aggressiva, smentendo i propositi di integrazione perseguiti da Grazioli: «Nei disegni e nella mentalità del nuovo comandante il ruolo delle autorità civili avrebbe dovuto essere assolutamente subordinato alle Forze armate» (17). Il 23 febbraio Lubiana viene sottoposta ad un rastrellamento capillare, con una cintura di reticolati e posti di blocco che la isolano dal retroterra; tutti i giovani tra i 20 e 30 anni vengono radunati in appositi centri di raccolta dove sono identificati ed interrogati, quattro persone vengono uccise perché sospettate di esser attivisti dell'O.F., oltre duecento arrestate. «Basta, dico basta con procedimenti da tempo e da mentalità di pace» ordina il nuovo comandante della Seconda Armata ai suoi sottoposti; e Robotti, in sintonia con lui sulla scelta di una «linea dura», ribadisce: «Finiamola di considerarci in pace» (18). Viene ordinato il sequestro di tutti i fucili da caccia sull'intero territorio della provincia, stabilite punizioni per il personale sanitario che presta soccorso a partigiani feriti o malati, disposto il taglio dei boschi lungo strade e ferrovie per rendere più difficili gli agguati, persino regolamentato l'uso delle campane delle chiese per impedire ai sacerdoti di usarle come mezzo di segnalazione dell'arrivo di truppe italiane.

In questo clima matura la «Circolare 3 C», emanata da Roatta il primo marzo 1942 e contenente le disposizioni fondamentali per la



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