Orchestra Tipica Madero. Tango noir (Italian Edition) by Alessandro Sbrogiò

Orchestra Tipica Madero. Tango noir (Italian Edition) by Alessandro Sbrogiò

autore:Alessandro Sbrogiò [Sbrogiò, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-04-19T04:00:00+00:00


Capitolo XII

– Avrei preferito che fosse l’Orchestra Tipica Madero, – disse Rodolfo risalendo in macchina e facendo partire la musica che gli aveva consegnato l’argentino. Nell’abitacolo si diffuse la struggente melodia, questa volta in versione orchestrale.

– Chi poteva immaginarlo? – proseguì. – Allora l’uomo della foto potrebbe essere un asiatico.

– Non mi stupisce. Il Giappone ha prodotto bravissimi ballerini e ottime orchestre di tango, – mormorò Claudia togliendosi la scarpa destra e massaggiandosi il piede.

– E gli argentini come reagiscono ai nipponici che suonano la loro musica? – chiese lui gustandosi quell’inaspettato gesto intimo e sensuale.

– Lo trovano un omaggio gentile e divertente. È uno scambio che ha radici antiche. Osvaldo Pugliese scrisse addirittura un pezzo che si intitolava Buenos Aires-Tokyo. Strano che Valerio conoscesse quel brano, me lo immaginavo un musicista classico.

– Forse non ti ho detto che il ragazzo argentino mi riportò che prima di suonare questo brano, Valerio e il suo accompagnatore accennarono Por Una Cabeza. Valerio potrebbe aver praticato il tango in Giappone. Lo avranno buttato fuori dall’orchestra sinfonica e per vivere si sarà messo a suonare di tutto.

– Davvero sei convinto che i guai di Valerio arrivino da così lontano? Cosa può aver combinato di così grave da pagarne adesso le conseguenze?

– Non ne ho idea. Vuoi che ti porti a casa?

– Quale sarebbe l’alternativa? – chiese Claudia stringendosi a lui.

L’agente deglutì, impreparato alla domanda.

– Facciamo che andiamo da me? – disse ancora lei, stringendogli forte la mano fra le sue.

Rodolfo fece un sospiro, accostò al marciapiede, tirò il freno a mano, slacciò la cintura di sicurezza e la baciò del bacio migliore che gli venne.

– Non è come pensi, – disse Claudia staccandosi dolcemente dalle sue labbra.

– Te lo dico io cosa penso: per me non è un capriccio, – balbettò lui portandosi goffamente una mano al cuore.

– È il contrario, Rodolfo, – disse lei con tenerezza. – Tienimi con te, ma solo per questa notte. Sono in apprensione per Nina e preoccupata per il futuro. Non riesco a immaginare i prossimi giorni… Ho solo voglia di stare abbracciata a te e sentirmi al sicuro.

Fanelli aprì il finestrino e respirò a pieni polmoni.

– Se è tutto quello che posso fare, va bene, – disse in un soffio. – C’è solo un problema: Arturo è da solo. Devo portarlo a fare la passeggiata e riempirgli la ciotola d’acqua. E non me la sento di lasciarlo solo tutta la notte.

Lei acconsentì sorridendo.

– Andiamo da te. Ci chiuderemo in camera. Lo sai che ho paura dei cani.

Con una nota di fastidio Rodolfo pensò che quella era la tecnica usata quando Claudia passava la notte con Nina. Ma decise di concentrarsi sul guizzo di vita che il destino gli aveva riservato quella sera, senza recriminare sul resto.

Arrivati a casa, Fanelli fu costretto a tenere a bada la bestiola mentre Claudia si chiudeva in bagno. Insensibile alle esigenze fisiologiche dell’animale lo costrinse a una passeggiata velocissima e lo incitò ad evacuare quanto più in fretta possibile. Arturo reagì con una certa stizza, bloccandosi più volte e rifiutandosi di tornare a casa.



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