Paura d'amare by Giacomo Dacquino

Paura d'amare by Giacomo Dacquino

autore:Giacomo Dacquino [Dacquino, Giacomo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’uomo del postludio

Ognuno di noi si porta nel cuore l’immagine ideale di un uomo o di una donna, di un partner da amare e da cui essere amati, di una persona che si vorrebbe avere vicino per condividere la vita. L’uomo tende per lo più a scegliere una compagna giovane e bella; la donna un compagno affidabile e sicuro nel tempo, anche se anziano e meno bello, per proteggere se stessa e la prole. Ambizione, status sociale, possibilità di carriera e disponibilità a dare protezione sono fattori positivi per una relazione duratura agli occhi della donna1. Questo perché la società le ha sempre imposto un ruolo di dipendenza economica2, anche se attualmente le attese muliebri stanno cambiando. Diminuendo il divario tra le possibilità economiche dei due sessi per l’ingresso femminile nel mondo del lavoro extrafamiliare, la donna può aspirare a un partner meno valido economicamente ma più ricco di valori interiori. Per questo le è più difficile trovare uomini «interessanti».

Tuttavia, malgrado l’evoluzione sociale femminile, l’uomo ideale che la donna coltiva nell’immaginario erotico resta sempre un compagno affettivo e gratificante da amare. Per Lia non è stato così. Non poteva vivere la vecchia casa come un rifugio e nemmeno le importava molto della nuova. Non aveva deciso nulla dell’arredamento: né i colori delle pareti, né i mobili e nemmeno i cuscini. E così in entrambe le case si era sentita un’estranea.

La vita si incarica di rompere gli equilibri artificialmente costruiti e non c’è da stupirsi se, con il passare dei mesi, il matrimonio della paziente si è trasformato in un rapporto di coppia poco gratificante, contrassegnato da esigenze insoddisfatte con tutte le conflittualità conseguenti.

«Anch’io avevo vagheggiato per anni un uomo ideale, un amante affettuoso con il quale sarebbe stato bello parlare a lungo dopo aver fatto l’amore, con cui sarebbe stato bello stabilire un’intensa intimità di cuore dopo quella di sesso… Invece mi sono presa un marito che ha le labbra sottili come la bocca di un salvadanaio… Faccio soltanto parte delle sue abitudini e nulla più. Perché gli sto insieme allora? Perché ho paura di restare sola, perché ho provato che cosa significa stare male e non avere alcuno che ti porti un bicchiere d’acqua, per una sorta di “assicurazione sulla vecchiaia”…»

Il marito incarna pienamente la cultura del denaro e del successo. A parte i soldi che si è fatto, a detta della moglie è nei sentimenti un «signor nessuno». E Lia, fin da ragazza, aveva bisogni umani più impellenti delle urgenze mercantili; per lei la sicurezza economica non equivaleva a certezza d’affetti.

Prosegue la paziente: «Malgrado tutto sentivo dentro di me una speranza confusa, un desiderio di sogno, un piccolo e ostinato nucleo di speranza. Vivevo sempre nell’attesa del fatto culminante della mia vita e non sapevo quale fosse. Ma non potevo arrivare ai quarant’anni continuando a pensare: quando sarò grande… Sentivo la primavera con la voglia di fare qualche follia…».

La speranza è il desiderio di quello che non si ha. Lia pensava allora che sulla bilancia della vita avrebbe dovuto avere di più.



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