Perche Tu Mi Hai Sorriso by Paola Calvetti

Perche Tu Mi Hai Sorriso by Paola Calvetti

autore:Paola Calvetti [Calvetti, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845255748
Amazon: 8845255743
editore: European Schoolbooks
pubblicato: 2006-02-15T00:00:00+00:00


Only love can break your heart

Sono rimasta a letto fino a quando la luce si è accucciata per la notte dietro la luna. Mi sono presa la libertà di non scendere di sotto, per una volta. Quella passeggiata mi ha sfiancata, la sua vista è insopportabile e il letto l'unico rifugio dove il dolore ha accesso. Vestita col mio sacco di jeans incarno il consunto repertorio dell'abbandono: lui l'ha lasciata e lei, buttata sul divano come un abito stropicciato, ha gli occhi gonfi di lacrime. Sono le prime, dal giorno del mio arrivo, tredici giorni fa.

"Non si sente bene, Nora?"

"Ho qualche linea di febbre, ma non è nulla. No grazie, non prendo aspirine. Con una bella dormita tornerò come nuova."

Di che s'impicciano? È tutta per loro, oggi. Almeno sono pagate per qualcosa. Tengo gli annunciatori della radio come sottofondo, CIS viaggiare informati. Io sono al sicuro e mi piace immaginare milioni di turisti in coda sulla A14, agli svincoli di Mestre, sulle tangenziali, le strisce di bitume delle loro vacanze.

Il mondo si muove mentre io resto inchiodata sempre allo stesso punto.

Il certificato.

L'ho spalancato come una foglia secca sul cassettone, bloccato ai lati dai volumi in pelle che ho recuperato nello studio di papà. Un altro sacrario che hanno lasciato ammuffire con la scusa del rispetto per le anime dei morti. Ho tentato di cancellare la macchia, ma ho peggiorato la situazione e l'ho bucato.

Mi alzo di tanto in tanto, giro intorno al foglio come un animale in trappola e non so nemmeno mettere in fila una serie di pensieri sensati. Non posso rimandare, devo assolutamente parlarne con Michele, lui trova cavilli che salvano dalla galera anche le anime più nere. Ho sempre pensato che la nascita, come l'amore, fosse una questione privata tra chi ti mette al mondo e chi lo incrocia per la prima volta.

Stando a questo foglio, mi sono sbagliata. Non eravamo sole.

Testimoni non ne sono rimasti.

E io, accidenti alla mia memoria, non ricordo vagiti che non fossero i miei.

Potrebbero avere taciuto per generosità, per non turbare l'armonia della mia crescita. Forse qualcosa è andato storto, un forcipe particolarmente aggressivo invece di afferrarla per le spalle ha lacerato il suo bel musi- . no. Può avere fatto tutto da sola avvolgendosi il cordone ombelicale intorno al collo come un cappio. In quel caso l'avranno buttata con il sacco della placenta.

Forse si è semplicemente dimenticata di respirare.

Perché rivangare su qualcuno che non ha avuto il tempo di sentire gli schizzi di mare sulla faccia, di litigare con la maestra, di innamorarsi di quello dell'ombrellone vicino?

Qualcuno che non ha potuto dire la sua. La peggiore pena che possa capitare.

Siamo tutti innocenti, fino a prova contraria.

Faccio leva sul materasso per alzarmi, la schiena indolenzita, qualunque mossa mi è preclusa, la comunicazione è interrotta come una lettera senza finale, alla quale manca l'ultima pagina.

Sono le dieci passate, arrivo nel mio rifugio con l'insensato timore di non trovare il fortepiano, pagando con la sua scomparsa l'egoistica imprudenza di avere ignorato la mamma per tutto il giorno.



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