Piccolo manuale per cercatori di nuvole by Vincenzo Levizzani

Piccolo manuale per cercatori di nuvole by Vincenzo Levizzani

autore:Vincenzo Levizzani [Levizzani, Vincenzo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788842831846
editore: © il Saggiatore S.r.l., Milano 2022
pubblicato: 2022-10-27T22:00:00+00:00


Pianeti e nuvole

Chi non ha mai visto almeno una volta qualche foto dei pianeti del nostro sistema solare? Oramai le navicelle spaziali hanno raggiunto gli altri pianeti inviando sulla Terra immagini di incredibile bellezza e dai mille colori. Questi colori sono prodotti dalla composizione delle atmosfere planetarie, ma anche dalle loro nubi. Sì, non è solo la Terra a essere coperta di nubi. Alcuni pianeti e satelliti del nostro sistema solare sono completamente coperti da una fitta coltre nuvolosa. Vediamo di entrare in qualche piccolo dettaglio sulle nubi «planetarie» per capire di cosa si tratta.

Iniziamo dal pianeta forse più interessante di tutti dal punto di vista nuvoloso: Giove. Giove è un gigante gassoso (la sua massa corrisponde a due volte e mezzo la somma di quelle di tutti gli altri pianeti) ed è costituito principalmente da idrogeno ed elio con piccole quantità di altri gas composti, come ammoniaca, metano e acqua. Considerando la massa dell’atomo di idrogeno e quella più grande dell’atomo di elio, l’atmosfera gioviana è quindi costituita da un 75% in massa di idrogeno e da un 24% di elio, mentre il restante 1% è costituito da altri elementi e composti. La copertura nuvolosa di Giove è spessa circa 50 chilometri e consiste almeno di due strati di nubi di ammoniaca: uno strato inferiore piuttosto denso e una regione superiore più rarefatta. I sistemi nuvolosi sono organizzati in fasce orizzontali lungo le diverse latitudini. Si suddividono in «zone», di tonalità chiara, e «bande», le quali appaiono scure per via della presenza su di esse di una minore copertura nuvolosa rispetto alle zone. La loro interazione dà luogo a violente tempeste, i cui venti raggiungono, come nel caso delle correnti a getto delle zone, velocità superiori a 360-400 chilometri orari. La colorazione marrone-arancio delle nubi gioviane è causata da composti chimici complessi, noti come «cromofori», che emettono luce di questo colore quando sono esposti alla radiazione ultravioletta solare e che si ritiene siano costituiti da discrete quantità di fosforo, zolfo e idrocarburi complessi. Le caratteristiche bande si formano a causa della convezione atmosferica: nelle zone si ha l’emergere in superficie delle celle convettive dell’atmosfera inferiore, che determina la cristallizzazione dell’ammoniaca che di conseguenza cela alla vista gli strati immediatamente sottostanti; nelle bande invece il movimento convettivo è discendente e avviene in regioni a temperature più elevate. È stata ipotizzata la presenza di un sottile strato di vapore acqueo al di sotto delle nubi di ammoniaca, come dimostrerebbero i fulmini di intensità anche decine di migliaia di volte superiori a quelle dei fulmini terrestri, registrati dalla sonda Galileo della nasa lanciata il 18 ottobre 1989 e arrivata su Giove il 7 dicembre 1995 dopo un viaggio di sei anni. Le nubi d’acqua, grazie all’apporto del calore interno del pianeta, possono infatti formare sistemi temporaleschi simili a quelli terrestri.

Appena più piccolo per dimensioni rispetto a Giove e anch’esso classificabile come gigante gassoso è Saturno. Esso è composto per il 95% da idrogeno e per il 3% da elio a cui seguono gli altri elementi.



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