La Repubblica by Platone

La Repubblica by Platone

autore:Platone [Platone]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-26T12:23:34+00:00


«Consideriamo quindi conclusa anche la trattazione di questa forma di governo chiamata oligarchia, le cui cariche sono assegnate in base al censo; esaminiamo ora come nasce e quali caratteri possiede l’individuo corrispondente».

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Platone La Repubblica

«Benissimo», disse.

«E il passaggio dall’uomo timocratico a quello oligarchico non avviene proprio così ?» «Come?» «Quando gli nasce un figlio, sulle prime questi emula il padre e ne segue le orme, ma poi vede che urta all’improvviso contro la città come contro uno scoglio e perde i propri beni e se stesso, dopo essere stato stratego o aver ricoperto qualche altra carica importante; quindi viene trascinato dai sicofanti (17) in tribunale, dove subisce la condanna a morte o all’esilio o alla privazione dei diritti civili e di tutte le proprie sostanze».

«è probabile», disse.

«Avendo visto e subito tutto ciò, caro amico, e trovandosi, credo, privo di beni e in preda alla paura, egli getta subito giù a capofitto dal trono della sua anima l’ambizione e l’elemento impulsivo; umiliato dalla povertà, si volge al commercio e con tenacia, risparmiando e lavorando, a poco a poco accumula ricchezze. Non credi dunque che un uomo simile insedi su quel trono lo spirito di cupidigia e avidità e ne faccia il gran re del suo animo, cingendolo della tiara, delle bende e della scimitarra?» (18) «Credo di sì ».

«A mio parere, poi, fa sedere a terra, ai lati di quello spirito, l’elemento razionale e quello impulsivo, rendendoli suoi schiavi; all’uno permette di calcolare e studiare soltanto il modo in cui aumentare il proprio capitale, all’altro di ammirare e onorare soltanto la ricchezza e i ricchi e di ambire unicamente al possesso di denaro e a quant’altro possa contribuire a questo fine».

«Non c’è», disse, «un altro modo così rapido ed efficace per trasformare un giovane ambizioso in un uomo avido di denaro».

«E non è forse questo l’uomo oligarchico?», domandai.

«Sì , la sua trasformazione corrisponde alla forma di governo dalla quale si è sviluppata l’oligarchia».

«Vediamo dunque se le assomiglia».

«Vediamo».

«Tanto per cominciare, non le assomiglierà nell’alta considerazione per il denaro?» «Come no?» «E nell’essere parsimonioso e lavoratore, soddisfacendo soltanto i desideri necessari senza concedersi altre spese, anzi dominando gli altri desideri come vani».

«Certamente».

«Un uomo arido», dissi, «che ricava denaro da ogni cosa e accumula tesori, insomma, uno di quei tipi che piacciono al volgo: non sarà così l’individuo corrispondente a una tale forma di governo?» «Mi pare di sì », rispose. «Per una città e un individuo simili il denaro ha sicuramente un grande valore».

«Non credo infatti», aggiunsi, «che costui si sia mai interessato di cultura».

«Non mi sembra», concordò, «altrimenti non avrebbe messo un cieco alla guida del coro, onorandolo tanto!». (19)

«Bene», feci io. «Ora considera questo: non dobbiamo dire che per la sua ignoranza nascono in lui passioni da fuco, in parte miserevoli, in parte disoneste, trattenute a forza dalle altre sue occupazioni?» «E come!», esclamò.

«E tu sai», ripresi, «dove dovrai guardare per scorgere le malefatte di questi individui?» «Dove?», chiese.

«Alla tutela degli orfani, e dovunque capiti loro un’occasione che dia ampia licenza di commettere ingiustizia».



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