Progresso [I concetti della politica] by Reinhart Koselleck & Christian Meier

Progresso [I concetti della politica] by Reinhart Koselleck & Christian Meier

autore:Reinhart Koselleck & Christian Meier [Koselleck, Reinhart & Meier, Christian]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 1991-07-14T22:00:00+00:00


Scienza e tecnica

Nel Rinascimento diventò impossibile non accorgersi del progresso delle scienze - «progressus scientiarum» (Bacone) -, che trovava conferme empiriche in scoperte e invenzioni. Polvere da sparo, stampa, orologi meccanici, ago magnetico, cannocchiale e microscopio, la svolta astronomica di Copernico e la circumnavigazione del globo: tutto questo valeva come garanzia e veniva spesso invocato per dimostrare lo stato di avanzamento a fronte dell’antichità. Quando Bacone pose mano al tentativo di razionalizzare l’arte dell’inventare, constatò l’abisso che ormai separava la sua posizione dalla tradizione dominante scolastico-aristotelica. Egli diede così espressione a uno iato che correlava fra loro in modo nuovo passato e futuro. Gli errori del passato sono per Bacone le speranze del futuro: «quot enim fuerint errorum impedimenta in praeterito, tot sunt spei argomenta in futurum».

La storia delle scienze fino ad allora gli appare un’unica storia di ostacoli accumulatisi nel tempo e attraverso il tempo contro il «progressus scientiarum». Gli antichi non avevano ancora alle loro spalle un millennio che meritasse di essere definito storico - nel senso della scienza naturale e storica: «neque enim mille annorum historiam, quae digna erat nomine historiae, habebant»100. E gli stessi due millenni e mezzo di storia fin lì trascorsi conoscevano soltanto tre revolutiones - presso i Greci, i Romani e gli Europei d’Occidente - i cui scarsi spazi temporali avevano favorito un «profectus» delle scienze (1, 78, trad. it. pp. 295 s.). Il progresso, dunque, consisteva sinora di tre spinte temporalmente limitate. Solo nelle arti meccaniche, fondate sulla natura e sull’esperienza, si poteva registrare un continuo avanzamento, poiché chi si affida alla natura può crescere come lei e con lei, mentre le opinioni mutano soltanto, senza innalzare le conoscenze (1, 74, trad. it. pp. 91 s.). La speranza in una crescita delle scienze si presenta soltanto - «tam vero de scientiarum ulteriore progressu spes bene fundabitur» - se si cessa di considerare esclusivamente l’utile di domani, aspirando al contrario a conoscere le cause per sempre (1, 99, p. 203, trad. it. pp. 316 s.). Per far questo è necessario rimuovere i pregiudizi, prestare attenzione alla semplice quotidianità e non soltanto alle eccezioni (1, 119, trad. it. pp. 329 s.), è necessario che le scienze singole e la filosofia naturale collaborino (1, 80, trad. it. pp. 297 s. e 107, trad. it. p. 320), e che ci si aiuti reciprocamente con la divisione del lavoro (1, 113, trad. it. pp. 324 s.): allora avanzerà, con le invenzioni singole, la scienza dell’inventare in quanto tale, e ciò tornerà a vantaggio di tutti gli uomini (1, 130, trad. it. pp. 341 s.).

Così Bacone sviluppa la sua prospettiva di progresso muovendo da due non contemporaneità rilevate nella sua situazione presente. Le invenzioni del suo tempo mettono in ombra l’intera storia fino a quel momento, ma la concezione della scienza continua a basarsi su Aristotele (1, 56, trad. it. p. 273): questo è il primo iato, riferito al passato. Al contempo Bacone analizza la differenza fra le invenzioni che potevano essere effettivamente esibite fino ad allora, sostanzialmente casuali, ed il progresso delle scienze, da lui già fondato e solo da porre in atto.



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