Qualcuno come te: The Heroes Series by Katherine Louise

Qualcuno come te: The Heroes Series by Katherine Louise

autore:Katherine Louise [Louise, Katherine]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, Contemporary, Family & Relationships, Love & Romance, Juvenile Fiction, Young Adult Fiction
ISBN: 9788827535240
Google: m1pDDwAAQBAJ
editore: Katherine Louise
pubblicato: 2017-12-17T12:05:30+00:00


Capitolo 14

Elijah

«Quindi, fammi capire», disse Piper schiarendosi la voce. «Vieni colpito in uno scontro a fuoco, finisci in ospedale, sei uscito ieri dall’ospedale e sei già qui per rompere le scatole?», ridacchiai mentre entravo negli spogliatoi seguito da lei.

«No, Piper», dissi stando attento a non usare il braccio fasciato. Aprii lo sportello della mia postazione e tirai fuori il borsone. «Starò fuori servizio dieci giorni, ma ciò nonostante verrò qui a controllare e oggi sono qui solo per recuperare questa roba». Iniziai a mettere il cambio che avevo lasciato lì il giorno prima nel borsone, feci una smorfia mentre mi allungai e lei mi tirò uno schiaffo sullo stomaco.

«Perché non hai chiesto alla biondina di aiutarti?», disse preparandomi le cose. Mi sedetti sulla panca e mi passai la mano buona fra i capelli.

«Siamo stati insieme tutto il giorno ieri», iniziai a dire.

«Uhm-uhm».

«E anche la notte prima», continuai.

«Uhm-uhm».

«E non la vedevo da un po’ perché avevamo discusso».

«Uhm-uhm», iniziai a muovere la gamba nervoso.

«Perché non usi le parole?», domandai stizzito.

«Perché sei antipatico», disse lei ridendo. Che risposta di merda. Chiuse il borsone e lo posò a terra, occupando il posto accanto a me. «Lei ti piace», disse con cautela. Mi piaceva?

«Non lo so», ammisi.

«Non era una domanda». Oh. La fissai indeciso su cosa dire. Dio quanto era complicato esprimere a parole ciò che sentivo. Facevo veramente schifo in quel genere di cose. Potevo trascorrere anni nel deserto, in condizioni stressanti, potevo beccarmi un proiettile ed essere in piedi il giorno dopo, ma quella “roba”? Impossibile capirci qualcosa. «Facciamo il punto della situazione, okay?», alzai un sopracciglio.

«Dobbiamo proprio? Non devi uscire e salvare vite o quando manco io il crimine va in ferie?», rise scuotendo il capo.

«No, idiota, per ora sono libera». Fantastico. «Riflettiamo». Come se fosse possibile sciogliere tutti i nodi. «Da quando la conosci?»

«Da quando eravamo degli adolescenti idioti», dissi ripensando a quando l’avevo quasi fatta cadere finendole addosso. Sembrava così smarrita, triste, spaventata. Volevo abbracciarla e dirle che sarebbe andato tutto bene, invece le avevo sorriso e chiesto il nome. Era passata un’eternità prima di avere una risposta.

«E siete sempre stati amici?». Che parolone.

«All’inizio eravamo molto legati, poi però le cose sono diventate… difficili» e ricordavo anche quando le cose si erano complicate in quel modo. Era la sera del ballo di fine anno del liceo. Lei era stata sempre mia amica, le volevo bene, la trovavo bella, ma avevo commesso un errore, un enorme, imperdonabile errore: non l’avevo mai vista davvero, non fino a quella sera almeno. Per me era l’ultimo anno e andai al ballo con una cheerleader. Ajay era lì con Evelyn, ma sembrava pronto a scappare e Jasper, be’ lui aspettava di essere incoronato re come da anni ormai e io ero lì e non prestavo attenzione a niente e nessuno, ma poi l’avevo vista. Cristo, ricordo di aver pensato che somigliasse a una di quelle principesse delle fiabe che tanto piacciono alle ragazzine. Indossava un vestito bellissimo, leggero, che le copriva interamente le gambe, ma non faceva lo stesso con il suo seno perfetto, quella scollatura mi aveva fatto girare la testa.



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