Quando si spense la notte: Il principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra by Ottavia Casagrande

Quando si spense la notte: Il principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra by Ottavia Casagrande

autore:Ottavia Casagrande [Casagrande, Ottavia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858832585
Google: H7haDwAAQBAJ
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-05-30T16:00:00+00:00


20.

Beffe e fanfare

Trovare un microscopio adatto non fu impresa facile, ma quando sotto la lente Raimondo vide apparire una lista di armamenti si sentì ripagato persino delle interminabili ore passate appostato al caffè. Mentre si dirigeva verso il suo ufficio, pensò alla soddisfazione e alle risate a cui si sarebbe abbandonato Carboni ascoltando il racconto dell’intera vicenda, e soprattutto la descrizione del travestimento di Emanuele. Ma, con sua gran sorpresa, il generale non gioì e non rise affatto.

Da quando era tornato da Berlino, Carboni – forse per amor proprio, oltre che per amor di Patria – non era stato con le mani in mano. Aveva tentato in tutti i modi di dissuadere gli alti gradi dell’esercito e della politica dall’entrare in guerra, stilando un rapporto – rimasto famoso quanto inefficace – sulla disastrosa condizione militare e civile dei tedeschi. Citando in ordine sparso:

Roma, 6 febbraio 1940 - XVII

Viaggio in Germania

[...] Dal complesso di quanto è emerso dai colloqui citati e da discorsi raccolti dalla bocca di ufficiali di ogni grado e di ogni arma, ho avuto la netta sensazione che elemento militare tedesco accetta attuale guerra con consueto sentimento disciplina, ma senza alcun entusiasmo e scarsa fiducia intima circa l’esito finale. Indubbiamente esercito rappresenta ancora solida forza morale e materiale e compirà, come sempre, molto bene il suo dovere. Convinzione generale, da me condivisa, che prossima offensiva segnerà grande successo tedesco, ma non risolverà guerra: e allora si presenterà Germania tragico problema dover accettare lunga guerra di posizione alla quale non può resistere né materialmente né moralmente, data situazione interna assai delicata per enormi privazioni imposte al popolo e per spietato rigore di polizia che pesa su vita pubblica e privata come incubo sempre più insopportabile.

E ancora:

Sentimento diffuso è che guerra dovrà essere vinta entro il 1940 o mai più.

Cita addirittura delle barzellette piuttosto spiritose:

Circolano storielle, sciocche e banali, ma è sintomatico che esse possano essere diffuse e riportate a stranieri in viaggio; esempio:

“In India un uomo solo soffre la fame per tutto il popolo, in Germania tutto il popolo soffre la fame per un uomo solo”.

E inserisce qualche annotazione di costume:

Posso aggiungere che durante il mio soggiorno non mi è mai accaduto di essere salutato – né ho sentito persone salutarsi fra loro – con la già rituale formula di “Heil Hitler”. Per chi conosce quanto fosse diffuso, e anche imposto, tale saluto, il fatto è pieno di significato.

Così conclude Carboni:

La Germania, in sostanza, appare al visitatore obbiettivo, come un paese piegato violentemente sotto un vento di follia che lo trascina in corsa disperata verso l’autodistruzione.

Parole profetiche, quanto inascoltate. Le sue previsioni infatti – che alla lunga si sarebbero rivelate corrette – nel breve periodo furono smaccatamente smentite dalle folgoranti vittorie della Wehrmacht. Così il rapporto venne in fretta accantonato, e i suoi pronostici scherniti dai vertici, a cui iniziavano a prudere le mani.

Raimondo entrò nell’ufficio del superiore come una furia. Si piazzò trionfante a gambe larghe nel bel mezzo dell’ampia stanza e protese il dito indice verso Carboni, in una posa un po’ ridicola.



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