Renato Fucini by Le veglie di Neri

Renato Fucini by Le veglie di Neri

autore:Le veglie di Neri
La lingua: ita
Format: epub
editore: !!br0ken!!
pubblicato: 2014-08-01T04:00:00+00:00


«Eppoi?»

«Eppoi per fare il discorso breve, la ragazza cominciò a peggiorare appena andato via il postino; la sera, peggio; la mattina dopo, peggio che mai, e ieri sera, per fare un discorso solo, rese l'anima a Dio, e a quest'ora è per la strada che la portano al camposanto.»

«O mio Dio, mio Dio, pigliate anche me, non ne posso più, non ne posso più!» Così dicendo, il babbo della ragazza, che aveva sentito le ultime parole del racconto, si buttò attraverso alla tavola già apparecchiata per loro, dando in un largo scoppio di pianto e lamentandosi con voce rantolosa: «Ah! ah! ah!».

Detti un'occhiata di rimprovero alla padrona e mi alzai all'improvviso per andare da lui; ma tornai subito al mio posto, perso da un senso di rispetto per la santa disperazione di quell'uomo.

Il suo compagno gli si avvicinò, gli pose le mani sulle spalle e si piegò su lui per dirgli qualche parola di consolazione; ma, il pianto gli serrava la gola. E allora guardava noi e accennava il suo compagno, e si contorceva e si mordeva le labbra con un'espressione ora di stupido dolore, ora di rabbia feroce.

Finalmente fece un cor risoluto: si strisciò con una mano la barba, scosse la testa e, voltosi al suo compagno, gli disse con voce ferma e sonora:

«Animo, Marcello; fatevi coraggio, via, fatevi...».

Ma non poté continuare, ché singhiozzando si buttò sulle spalle dell'amico a lamentarsi: «Dio ci vedeva nel core, non ci doveva gastigare così».

«Che mondo, eh, Verdiana?», dissi sbacchiando il cappello e il pugno sulla tavola.

«Che vòl che gli dica? Ho cinquant'anni sonati e a un affare a questa maniera non mi c'ero ancora ritrovata.»

Il vecchio, sentendo come io partecipassi al loro dolore, corse da me; e quasi che io solo fossi stato buono di rendergli la pace, mi si raccomandò, stringendomi forte la mano fra i grossi calli delle sue, che non l'abbandonassi, per carità; che l'assistessi, per l'amor di Dio.

«Figuratevi, amico mio! Ma che posso fare per voi?»

«Non ci abbandoni. Non si voleva neanche venire. Ma quelle donne non c'è stato versi di persuaderle; ci hanno voluto mandare per forza incontro a quel ragazzo per vedere di prepararlo, che se ne facesse una ragione...»

«Sta tutto bene. Ma che gli devo dire io meglio di voi che siete suo padre?»

«Non ci importa, gli dica quello che vòle, lei signorìa gli dirà sempre meglio di noi che siamo du' poveri ignoranti. Mi faccia la carità, signore, perché io, ormai lo sento, appena lo vedo mi manca il core e mi tradisco. Mi prometta di non lasciarci soli, me lo prometta; se no, quel ragazzo mi fa qualche pazzia. Eppoi, ci comandi, e da poveri che siamo c'ingegneremo di ricompensare la su' carità.»

«Mi tratterrò, via. Ma ora datevi pace e bevete un bicchier di vino.»

«Non potrei... No, in coscienza, non potrei... no, lo ringrazio, non lo bevo davvero.»

«O il vostro compagno?»

«Ora s'è dato un po' di pace; lasciamolo stare.»

«Come volete.»

Il vecchio tornò adagio adagio dal suo compagno e tutti e due si misero di nuovo a guardare silenziosi in fondo alla via.



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