Riesco Nerea - 2010 - All'ombra della cattedrale by Riesco Nerea

autore:Riesco Nerea [Riesco Nerea]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788811681816
Amazon: 8811681812
editore: Garzanti Libri
pubblicato: 2010-01-01T23:00:00+00:00

11.

Un messaggio indecifrabile

Gli scacchi sono un duello di un uomo

contro un altro, e la posta in gioco è la

personalità. Ognuno lotta contro il suo

nemico interiore: gli errori o le buone idee.

Juan José Arreola

Quegli anni sarebbero forse passati inosservati nel corso del

tempo, se non fosse stato per doña Julia, che aveva fatto il

possibile per lasciare una testimonianza chiara e precisa di

tutto ciò che accadeva nella sua casa e nel mondo. Visto che

aveva preso un gran gusto per le parole, i capitoli, i libri e le

rilegature, decise di organizzare un falcione con tutti i

documenti che riteneva importanti. Li ordinava per settimane.

Li impilava riunendoli con nastri colorati, secondo una rigida

classificazione: prima i conti dell'impresa in blu; poi le liste con

i prodotti che entravano e uscivano in giallo; le lettere ricevute,

suddivise tra lavorative e personali, in verde e in rosso; i ritagli

con le notizie più importanti uscite sulla «Gaceta de San

Hermenegildo» e sull'«Hebdomadario Útil Sevillano», oltre a un

breve riassunto scritto di suo pugno sugli episodi familiari, in

rosa. Continuò come sempre con i soliti impegni, i macchinari, i

registri contabili, le liti con i fornitori, «tutti banditi, razza di

farabutti».

Eppure, nonostante tutto il suo daffare, doña Julia

sprofondò nell'apatia. Furono in pochi a notarlo, perché non

aveva mai espresso emozioni in pubblico e l'orgoglio non le

consentiva cedimenti in presenza di testimoni. Conservò la

solita superbia e la stessa aria imperturbabile di sempre. Era

piena di lavoro finché brillava la luce del sole, ma non appena

calava la sera si sedeva tutta sola nel patio e rimaneva

incantata a fissare le piante, invasa da pensieri molesti. Si

sentiva vuota, non riusciva a dare un senso alla propria vita:

perché si trovava lì? Dove pretendeva di arrivare con tutto quel

lavoro? Perché non era felice? Chi era veramente quel ragazzo

che incrociava ogni tanto nei corridoi di casa e la chiamava

madre senza troppa convinzione? Si rimproverava di avere

trascurato il figlio, certa ormai che Abel si stesse trasformando

in un estraneo: non le voleva bene perché lei non gli aveva

soffiato il naso da piccolo, e neanche messo le pezze fredde

sulla fronte quando gli saliva la febbre. Era arrivata l'epoca del

raccolto e stava raccogliendo ciò che aveva seminato.

E come se non bastasse, morì anche Turca. Quell'animale

che in un primo momento avrebbe voluto buttar fuori di casa a

scopate si era guadagnata il suo amore a furia di dolcezza e

fedeltà. La cagnolina aveva la straordinaria virtù di

conquistarsi le persone che le interessavano: abbaiava furiosa

ai clienti antipatici, mentre sapeva essere particolarmente

affettuosa con monsieur Verdoux.

«La devozione dei cani è del tutto incondizionata... niente a

che vedere con quella dei volubili amanti umani, sempre in

balia della passione», spiegava orgoglioso il francese accarez-

zandole la testa.

Doña Julia viziava Turca quasi fosse un neonato. La faceva

dormire su un materasso in piuma d'oca ai piedi del suo letto e

le metteva delle specie di babbucce alle zampe quando il freddo

le sembrava troppo intenso. Per colazione le dava caffelatte con

pezzetti di pane e all'ora del dolce se la metteva in grembo e le

infilava in bocca gli spicchi di arancia brinata, a uno a uno, con

una tenerezza mai riservata ad Abel. Amava tanto quel cane

che chiese a un famoso pittore di ritrarle insieme.

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