Ross Poldark by Winston Graham

autore:Winston Graham [Graham, Winston]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788845497605
editore: Sonzogno
pubblicato: 2016-05-05T04:00:00+00:00

2

A Trenwith House, la serata volgeva al termine.

Una volta che se ne furono andati gli invitati che non si sarebbero fermati per la notte, un senso d’immobilità e torpore scese sulla casa. L’assenza di vento e le ceneri rossastre del grande camino rendevano la sala insolitamente accogliente e cinque parenti intenti a bere porto sedevano in semicerchio su poltrone ben imbottite e dallo schienale alto.

Al piano di sopra, nel grande letto chiuso dalle tende, Charles Poldark, alla fine della sua vita attiva, respirava con singulti brevi e ansiosi quell’aria viziata che era tutto ciò che la scienza medica gli permetteva di assumere. In un’altra camera, più avanti lungo il corridoio ovest, Geoffrey Charles, all’inizio della sua vita attiva, stava assumendo il nutrimento che sua madre poteva offrirgli e che la scienza medica non aveva ancora trovato un modo per alterare.

Nel corso dell’ultimo mese, Elizabeth aveva scoperto ogni genere di nuove sensazioni. Il parto era stato la più grande esperienza che avesse mai vissuto e ora, guardando la pallida e soffice testa di Geoffrey Charles così vicina alla sua pelle bianca, si sentì colma di un terrificante misto di orgoglio, potere e appagamento. Nell’istante in cui suo figlio era nato, la sua esistenza era cambiata: aveva accettato, aveva fatto suo, l’impegno della maternità, che sarebbe durato per tutta la vita, un compito grandioso che assorbiva completamente, al cui confronto ogni altro diventava una cosa vuota.

Dopo un lungo periodo di grande debolezza, d’un tratto Elizabeth aveva cominciato a riprendersi e nel corso dell’ultima settimana si era sentita bene come mai in vita sua. Eppure era trasognata, indolente, felice di indugiare tra le lenzuola, di pensare a suo figlio, di guardarlo e di lasciarlo dormire mentre lo cullava. Le sarebbe dispiaciuto profondamente pensare che restando a letto di più stava gravando Verity di maggiori responsabilità, eppure non riusciva a trovare la determinazione necessaria a spezzare l’incantesimo dell’infermità e a riprendere i suoi ritmi di prima. Non riusciva a sopportare l’idea di separarsi da suo figlio.

Quella sera giaceva a letto e ascoltava i movimenti all’interno della vecchia casa. Durante la sua malattia, ben presto aveva imparato a riconoscere ogni rumore; ogni porta produceva un suono diverso quando veniva aperta: l’acuto cigolio di ottone dei cardini poco oliati, lo scatto e il raschio di varie serrature, un’asse traballante qui, un tratto di pavimento non coperto dai tappeti là. Così era riuscita a seguire gli spostamenti di tutti nell’ala ovest della casa.

La signora Tabb le portò la cena – una fetta di petto di cappone, un uovo bazzotto e un bicchiere di latte caldo – e verso le nove Verity passò a trovarla e restò con lei una decina di minuti. A suo parere, Verity aveva superato molto bene la delusione d’amore. Era un po’ più silenziosa, un po’ più presente nella vita della casa. Possedeva una mente forte e una grande fiducia in sé. Elizabeth era grata per il suo coraggio. Era convinta erroneamente di averne ben poco e per questo ammirava quello di Verity.

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