Rouletabille tra i gitani (Il Giallo Mondadori) by Gaston Leroux

Rouletabille tra i gitani (Il Giallo Mondadori) by Gaston Leroux

autore:Gaston Leroux [Leroux, Gaston]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-20T12:00:00+00:00


29

Olajaï si pente ancora una volta

di aver parlato troppo e si vendica parlando di più

Le cime dei pini cominciavano a emergere dalla notte come lunghi e pallidi fantasmi e l’orizzonte era sbarrato a occidente da una sinistra linea verdastra, quando il pastorello che Rouletabille aveva mandato in osservazione tornò di corsa alla locanda.

Aggrappato come uno scoiattolo al ramo di un albero, aveva assistito da lontano al supplizio del gitano, uno spettacolo che lo aveva enormemente eccitato. Era un piccolo cuore coraggioso, abituato a vivere a stretto contatto con la natura, gentile con gli animali che custodiva come se fossero la sua famiglia, ma al tempo stesso era curioso, come si addice a ogni ragazzo di quell’età.

Si era allontanato da quel sorprendente diversivo solo quando un’agitazione generale tra i rom e la fretta con cui erano stati imbrigliati i ronzini gli avevano fatto capire che si stavano preparando a lasciare New-Wachter e dintorni.

Temendo che la ricompensa promessa potesse sfuggirgli era corso subito alla locanda.

Non erano più delle tre e mezzo del mattino. In quel periodo dell’anno le notti erano corte. La porta della locanda era socchiusa. Nel cortile trovò Rouletabille che contrattava con Otto la tariffa per poter disporre per ventiquattr’ore dei due vecchi rottami che da quindici anni lo servivano come bestie da soma. Otto sosteneva di averne bisogno proprio quel giorno e di non poterglieli noleggiare per nulla al mondo. Rouletabille propose una somma tale che mise tutti d’accordo e senza ulteriori indugi montò in sella.

Aveva mandato a chiamare Lauriac, che in camera si stava occupando della sua toilette. Quando Hubert apparve e vide gli animali che avrebbero utilizzato, fece un’espressione ironica.

«Non abbiamo scelta» gli disse il cronista. «Andiamo! I gitani stanno già partendo.»

Rouletabille aveva voluto assolutamente dei cavalli, perché riteneva di non essere ancora troppo in forma per avventurarsi a piedi in una simile impresa, e poi perché non voleva che Hubert si accorgesse della sua condizione d’inferiorità.

Il piccolo pastore li precedeva trotterellando. Giunto al limite della foresta, indicò con un gesto il percorso più breve per raggiungere l’accampamento dei rom, poi reclamò quanto gli spettava e scomparve veloce come una lepre.

Pochi minuti dopo i due cavalieri si fermarono, poiché avevano udito lamenti e gemiti soffocati.

Smontarono, legarono i loro animali e avanzarono sotto gli alberi con grande cautela. Arrivarono così nella spianata dell’accampamento. La carovana era già scomparsa, ma le ceneri dei fuochi erano ancora calde. Non c’era anima viva. Tuttavia, i lamenti che per un momento si erano interrotti avevano ripreso a farsi sentire con maggior vigore.

Rouletabille fece qualche passo in un boschetto, scostò alcuni rami e chiamò Hubert. I due trascinarono fuori dai cespugli una povera creatura che sanguinava per via di diverse ferite e che non riusciva a reggersi in piedi.

Rouletabille esclamò: «Olajaï!».

E fu un grido di orrore, perché aveva appena scoperto lo stato spaventoso in cui i gitani gli avevano ridotto i piedi.

Il disgraziato aveva aperto gli occhi. Riconobbe subito il suo padrone, gli rivolse un sorriso triste e aprì le labbra come per chiedere da bere.



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