Senza ragione apparente. Le indagini di Giorgia Cantini by Grazia Verasani

Senza ragione apparente. Le indagini di Giorgia Cantini by Grazia Verasani

autore:Grazia Verasani
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788807031533
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2015-05-14T22:00:00+00:00


14.

Della notte scorsa ho ricordi vaghi e sconclusionati. Bruni sulla soglia del soggiorno, a braccia conserte, che mi guarda deluso. Bruni che mi trascina di peso verso la camera da letto, Bruni costretto a deviare verso il bagno. Bruni che mi regge la testa mentre io vomito nel water. Poco fa, quando mi sono svegliata, lui non c’era più. In cucina, però, c’era ancora odore di caffè. Ho la testa che mi gira come la desolata giostra in bianco e nero di una vecchia foto di Robert Doisneau, ma non ripeterò la scena di quei film americani dove i postumi di una sbornia si risolvono con un paio di aspirine, o bevendoci sopra altro rum.

Prendo la caffettiera e la preparo. Spostando un piattino di biscotti mi accorgo di un foglio piegato in due, con su scritto: Stai lontana dall’alcol, se no mi trasferisco a dormire a casa di Ludovici, B. P.S. Non farmi preoccupare.

(Ludovici è uno dei “ragazzi” di Bruni, l’unico ancora single.)

Prendo la penna e sotto il suo messaggio aggiungo il mio: Non voglio abituarmi a qualcuno che si preoccupa per me, G., poi lo cancello con una riga.

Ci sono stati episodi, nella lunga storia della mia amicizia con Bruni, che vorrei dimenticare. La prima cena insieme, io che mi ero scolata tre vodka Martini davanti a lui che ruotava con calma il tappo della minerale, fissandomi con un miscuglio di disgusto e perplessità. La volta che mi ha ficcato vestita sotto la doccia al termine di una serata in cui mi ero bevuta il mondo e cantavo a squarciagola Non si può morire dentro di Gianni Bella, con lui che mi reggeva sulle scale di casa. Non voglio più che sia testimone delle mie estemporanee fughe dalla realtà; sono circa tre anni che mi mantengo mediamente sobria e non ricomincerò a bere adesso.

Adesso ho solo bisogno di caffeina e di una sigaretta. Poi di un bagno caldo e di un copriocchiaie.

Alle cinque del pomeriggio sono ancora in agenzia, dopo una giornata in cui il tempo è passato senza che me ne accorgessi. La testa posata sulla tastiera del computer e lo sguardo rivolto alla finestra, a un cielo che da grigio è sfumato in un nero biancastro, nebbioso, con banchi di nuvole scure cariche di pioggia, che però non è scesa. È stata una giornata inutile, il telefono non è squillato quasi mai: la voce di Gen che si accordava con la donna delle pulizie, un programma di musica classica su Rai 3 a basso volume dalla radiolina del suo ufficio, un invito a cena dal mio ex vicino di casa Johnny e dalla sua simpatica compagna, che ho rifiutato con una scusa.

L’unico intermezzo divertente è stato sentire dal mio studio il dialogo tra Gen e la signora Massari. Quest’ultima, sulla soglia, insisteva per parlarmi, dopo aver affisso in tutto il quartiere le foto dei gatti scomparsi, corredate di recapiti telefonici e allusioni a modeste ricompense. “Oggi la dottoressa non sta bene,” ha detto Genzianella. E l’altra: “Che cos’ha?”.



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