Sheckley Robert - AMMAZZARE IL TEMPO (Anonima aldilà) by Urania Classici 0190

Sheckley Robert - AMMAZZARE IL TEMPO (Anonima aldilà) by Urania Classici 0190

autore:Urania Classici 0190 [Urania Classici 0190]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XII.

I cacciatori ritornarono in città in gruppo e festeggiarono l'avvenimento. Durante la serata Sammy Jones gli chiese se gli avrebbe fatto piacere continuare a lavorare con lui.

- Ho in programma un lavoro interessante a Omsk - disse Jones. - Un nobile russo vuole organizzare dei giochi di gladiatori. Dovresti usare una lancia, ma è la stessa cosa che una baionetta. Comunque io ti potrei allenare strada facendo. Dopo Omsk ci sarebbe una grande caccia a Manila. Cinque fratelli che vogliono morire assieme. Vogliono avere cinquanta cacciatori. Cosa ne diresti?

Blaine restò un po' a pensare, prima di rispondere. Fino a quel momento, la vita con i cacciatori era stata la più tollerabile che avesse trovato in quel mondo. Gli piaceva la rude amicizia di uomini come Sammy Jones, e gli piaceva l'azione, che cancellava tutti i dubbi. O meglio, li avrebbe cancellati, se egli fosse stato veramente quale il suo corpo lo faceva apparire; ma non lo era. La frattura esisteva e bisognava affrontarla.

- Mi dispiace, Sammy - disse alla fine.

Jones scosse la testa. - Stai facendo uno sbaglio, Tom. Sei un cacciatore nato. Non c'è altro mestiere che tu possa fare.

- Forse no - ammise Blaine - ma devo accorgermene da me, per esserne sicuro.

- Be', buona fortuna - disse Sammy Jones. - E tienti caro quel tuo corpo. Ne hai pescato uno proprio buono.

Blaine sbarrò gli occhi, sorpreso. - E proprio tanto evidente?

Jones sogghignò. - E un bel po' che sono in circolazione, Tom. Riesco sempre a capire quando un uomo è nel corpo di un altro. Se la tua mente fosse nata in quel corpo, avresti continuato a cacciare con me. E se fosse poi capitata in un corpo diverso…

- Si?

- Non avresti nemmeno incominciato… Sei in un pasticcio, Tom. Sarà bene che ci pensi due volte, a quello che vuoi fare. Comunque, buona fortuna.

- Grazie - disse Tom. Si strinsero la mano e Blaine se ne tornò al suo albergo.

Sali subito nella sua stanza e si gettò, vestito com'era, sul letto. Quando si fosse svegliato avrebbe telefonato a Marie. Ma prima aveva bisogno di dormire. Tutti i piani, i pensieri, i problemi, le decisioni, persino i sogni, devono aspettare. Era mortalmente stanco.

Spense le luci e in pochi secondi si addormentò.

Parecchie ore dopo si svegliò con la sensazione che qualcosa stesse andando male. La stanza era buia. Tutto era silenzio, un silenzio carico di attesa come uno non si aspetterebbe a New York.

Si mise a sedere sul letto e colse un leggero rumore all'altra estremità della stanza, accanto al lavandino.

Blaine si sporse e accese la luce. Nella stanza non c'era nessuno. Ma, mentre guardava, lo sgabello accanto al lavandino si sollevò per aria. Sali lentamente, volteggiando incredibilmente senza sostegno. E nello stesso momento egli udì una risata convulsa.

Si ricordò subito dell'avvertimento di Melhill: un poltergeist lo stava perseguitando.

Cautamente, usci dal letto e si diresse alla porta. Lo sgabello sospeso si abbassò e improvvisamente si scagliò contro la sua testa. Egli si scansò e lo sgabello picchiò contro la parete.



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