Sherlock Holmes. I delitti della contea (Il Giallo Mondadori Sherlock) by Margaret Walsh

Sherlock Holmes. I delitti della contea (Il Giallo Mondadori Sherlock) by Margaret Walsh

autore:Margaret Walsh [Walsh, Margaret]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-02-01T12:00:00+00:00


16

Il tempo e le maree non aspettano nessuno, dice un proverbio; e appena venne mattina ci toccò constatare quanto impaziente il tempo possa essere.

Stavamo facendo la nostra colazione in sala da pranzo, con bacon e uova bazzotte, quando qualcuno bussò con particolare vigore alla porta del pub.

Il signor Wright imprecò cordialmente e poi si affrettò ad aprire. Holmes e io ci scambiammo uno sguardo, poi ci alzammo ed entrammo nella sala del bar in tempo per vedere Harry, il capo delle scuderie, irrompere dalla porta. Guardò il mio amico. Il terrore gli aveva congelato i lineamenti in una maschera desolata.

— Meglio che corra subito al maniero, signor Holmes. Ce n’è stato un altro.

Senza fare domande, corsi di sopra a prendere i nostri soprabiti, quindi scesi per unirmi al crocchio d’uomini sulla soglia del pub. Wright aveva spedito Paul ad aggiogare il pony al calesse, a bordo del quale raggiungemmo il più in fretta possibile il maniero; intanto Harry, a cavallo, andò a Devizes nella speranza di intercettare l’ispettore Crawford che, se avessimo avuto fortuna, si sarebbe già trovato sulla via di Barrow-upon-Kennet.

Sedemmo in silenzio nell’abitacolo, mentre il pony trottava svelto su per la collina. Al confine della tenuta ci venne incontro Bill. Smontammo dal calesse e rimandammo Paul, con sua grande delusione, dal padre; quindi seguimmo Bill al laghetto delle anatre che avevamo visto soltanto qualche giorno prima dalla finestra dello studio di sir Denby.

Il cadavere di un uomo di una certa età, piuttosto massiccio, giaceva a pancia sotto con il viso immerso nell’acqua; il resto del corpo era invece a riva, cosparso di una quantità di bianche piume di cigno, alle quali, così come alla schiena, erano attaccati grumi di una sostanza giallastra.

Le anatre erano corse a nascondersi, mentre alcuni grandi cigni sibilavano e sbattevano le ali in una manifestazione di aggressiva ostilità. Li tenni prudentemente d’occhio mentre Holmes si chinava a esaminare il cadavere. Conoscevo la diceria secondo la quale un cigno sarebbe in grado di spezzare la gamba di un uomo con un semplice colpo d’ala e non avevo il minimo desiderio di metterne alla prova la veridicità.

— Cera — disse Holmes.

Lo guardai senza capire, ma non persi di vista i cigni.

Lui raccolse un po’ della materia gialla e la sfarinò fra le punte delle sue lunghe dita. — Cera d’api.

— Cera d’api e piume? — dissi nella più completa confusione.

— Ancora una scena ispirata a Bulfinch, Watson. Stavolta è la storia di Icaro.

— Ovvero?

— Icaro, figlio dell’inventore Dedalo — rispose Holmes — sfuggì alla prigionia cretese volando via con ali di cera e piume costruite dal padre. Ma volò troppo vicino al sole, contravvenendo alla raccomandazione paterna, e la cera si sciolse. Cadde in mare e annegò. — Il suo viso si torse in una smorfia. — Ho trascorso quasi tutta la notte cercando di ricordarmi che cosa avessi letto di Bulfinch da ragazzo, ma ne ho cavato poco. Quanto mi farebbe comodo averne fra le mani una copia, per rinfrescarmi a dovere la memoria! Mi sa che dovrò farla arrivare da Devizes o da Londra.



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