Simon Templar, alias il Santo by Leslie Charteris

Simon Templar, alias il Santo by Leslie Charteris

autore:Leslie Charteris [Charteris, Leslie]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B01APW2CEY
editore: Garzanti - Vallardi
pubblicato: 1980-10-15T00:00:00+00:00


6

«Mi dispiace di averti fatto aspettare,» bisbigliò il Santo, dieci minuti dopo, «ma la tua direttrice vagola attraverso la zona di ritirata, e non ho avuto il coraggio di farmi vedere da lei. Roger, tu hai turbato la sua giovane vita. Sono sicuro che non sorriderà mai più.» Conway indicò il letto e la gamba di sedia.

«Dorme.»

«Dopo aver depositato le uova?»

«Ha mollato un certo numero di piselli. Spero che siano sufficienti al caso nostro.»

«Vediamo che cos’hai combinato,» mormorò il Santo. «Facciamo un po’ di luce.»

Trovò l’attacco, estrasse di tasca la lampadina e la avvitò. Roger accese.

Il Santo osservò Dyson con grande interesse.

«Pensi che morirà?» chiese.

«Non credo.»

«Pazienza, ci toccherà anche legarlo. Mettiti in ordine e va’ a cercare un po’ di corda. Mentre io lo legherò, mi racconterai.»

Roger si tolse il fazzoletto dal collo e si rimise a posto il colletto, mentre il Santo gli ripuliva la faccia con un fazzoletto. Roger sgusciò quindi via per compiere la sua missione.

Nel corridoio incontrò Miss Cocker.

«Cercavo proprio voi, signor Conway,» disse acidamente la donna. «Dove siete stato tutto questo tempo?»

«Se ve lo dicessi,» rispose Roger sinceramente, «ne sareste sconvolta. Cosa c’è che non va?»

«Un signore si è lamentato per il rumore.»

«Lasciate che si lamenti.»

«Vuole andarsene su due piedi.»

«Non lo trattenete. I panini e la birra sono pronti?»

«Sono pronti da almeno mezz’ora. Ma, signor Conway…»

«Dite ai camerieri di portare pazienza. Non starò ancora molto.»

Se ne andò prima che la direttrice potesse riprendere a parlare. Ma la donna lo aspettò finché tornò indietro, qualche minuto dopo, con un paio di metri di robusta corda nelle tasche.

«Signor Conway…»

«Sì, Miss Cocker.»

«Non sono abituata a essere trattata in questo modo; proprio non sono abituata. Credo che anche voi siate ubriaco. Sono abituata a lavorare in alberghi rispettabili e non ho mai assistito a cose del genere, proprio mai…»

«Signorina Cocker,» disse Roger, gentilissimo, «ascoltate il mio consiglio: andate a cercare un albergo rispettabile. Questo, infatti, ho intenzione di trasformarlo in una taverna dalla quale i clienti verranno portati via ogni mattina, alle ore piccole, ubriachi fradici. Addio, vecchio geranio.»

Entrò nella stanza del facchino e le chiuse la porta in faccia.

Il Santo lo osservò con il suo sorriso sornione.

«Guerra civile?» chiese.

«Io sono abituata ad alberghi rispettabili, e non ho mai assistito a cose del genere, non ho.»

«Proprio voi, un signore così calmo e quieto, signor Conway!»

«L’unico modo per venirne fuori è stato lasciarle credere che sono ubriaco. Domani dovrò parlarle e farle le mie scuse. Ecco la corda.»

Il Santo prese la corda e iniziò il suo lavoro con molta efficienza, mentre Roger lo ragguagliava sul colloquio avuto con Dyson. Simon ascoltava attentamente, ma la sua memoria si inceppò nel nome di Sleat. Gli suonava vagamente familiare, ma niente di più.

«Spider Sleat,» ripeteva. «Non riesco a collocarlo. Quanti uomini ci dovrebbero essere là nella brughiera?»

«Non sono riuscito a saperlo.»

«Noi siamo solo in due. Dicky Tremayne se ne è andato in macchina a giocare al golf in Scozia e non so dove pescarlo. Pat e Norman le ho inviate al party di Terry, a Cowes.



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