Sinoué Gilbert - 2017 - Averroè o il segretario del diavolo by Sinoué Gilbert

Sinoué Gilbert - 2017 - Averroè o il segretario del diavolo by Sinoué Gilbert

autore:Sinoué Gilbert [Sinoué Gilbert]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Literary
ISBN: 9788854516793
Google: SvaFDwAAQBAJ
Amazon: 8854516791
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2018-12-16T23:00:00+00:00


15.

Dopo essere rimaste stazionarie, le condizioni di Lobna si erano fortemente aggravate. Avevo modificato più volte il trattamento e avevo sostituito la cicuta con l’arsenico, ricordando che Ippocrate lo usava per curare le ulcere cutanee.

Era passato più di un mese dal giorno in cui la sua serva mi aveva fatto avere il fiore di ibisco, un mese durante il quale mi ero recato ogni sera al capezzale di Lobna. Quando si sentiva in forze discorrevamo della vita, della gente, della vanità delle cose.

Una sera mi pose la domanda che attendevo con timore.

«Esiste una vita dopo la morte?»

Come avrei potuto metterla a parte delle mie convinzioni? Come dirle che l’anima individuale è peritura, che essa muore con il corpo, che solo l’anima universale è immortale, che solo l’universo è eterno? Com’era possibile, nel momento tragico in cui una persona vede avvicinarsi la fine, spiegarle che il dogma della resurrezione individuale è solo un mito?

Le mentii, affermando che la resurrezione era un concetto evidente. Non so se mi abbia creduto, ma ho avuto l’impressione di scorgere nelle sue pupille spente come una flebile luce.

L’estate aveva ripreso i suoi diritti su al-Andalus, e i giardini emanavano profumi.

Quando la serva mi aprì la porta, dall’espressione del suo viso capii di dovermi attendere il peggio, e avevo ragione. Mi precipitai nella camera. Lobna aveva gli occhi spalancati e fissava senza vederlo qualcosa sopra di lei. Mi sedetti sul bordo del letto e le sentii il polso. Era quasi impercettibile, e si stava spegnendo.

Subito lei volse il capo verso di me. Il suo volto era sereno.

«Sono contenta di vederti, figlio della Saggezza. Tu mi hai resa felice più di quanto abbia mai fatto qualsiasi altro uomo. Ricordi quanto ti dissi un giorno? Né l’infelicità né la felicità durano. Sono solo piccoli brandelli di vita che vanno e vengono».

Non risposi: come avrei potuto contraddirla?

Mi chinai, posando le mie labbra sulle sue. Quando mi raddrizzai, lei mormorò: «Ti ho mentito, il giorno in cui ti ho detto che non provavo amore per te. Ho mentito anche a me stessa. Io…»

Il suo corpo si tese. Mi afferrò il braccio, stringendolo forte.

«I miei libri» ansimò, «la mia biblioteca, ora è tua. So che ne avrai cura…»

Le sue dita si sciolsero.

Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma non vi riuscì.

Il braccio ricadde a fianco del corpo.

Non potei trattenere le lacrime. Piansi senza pudore.

Ma presto la mia tristezza si sarebbe decuplicata.

Mi rivolsi alla serva.

«Bisognerebbe provvedere al più presto a lavare il corpo. Ti senti in grado di farlo?»

Singhiozzando lei rispose: «Sì, naturalmente. Chiederò a mia sorella di aiutarmi».

«La signora aveva qualcuno della sua famiglia a Cordova? Qualcuno che si occupi della sepoltura?»

Pronunciando quelle parole mi resi conto d’un tratto che non sapevo niente delle relazioni familiari della donna al cui fianco ero rimasto per tanti mesi.

«Ha un cugino con cui lavorava. Sapete, il commercio della sandracca…»

«Sì, me ne aveva parlato. Bisogna avvertirlo senza perder tempo. Dove abita?»

«Nella medina, in via dei Vasai, di fianco alla Mozarabia. Posso accompagnarvi, poi tornerò con mia sorella per occuparmi del corpo della signora».



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