Sono io Amleto by Achille Lauro

Sono io Amleto by Achille Lauro

autore:Achille Lauro [Lauro, Achille]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Music
ISBN: 9788858695722
Google: 1R2CDwAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-01-15T08:03:34+00:00


Eri tale e quale a me, odiavi la tua storia e stavi male quanto me.

Ti ho incontrata sul set di Drink Lungo mentre sognavi le stelle. Avevi nostalgia di qualcosa che eri stata e non sapevi, della polvere d’oro che ti si posava addosso mentre dormivi.

Cominciammo a sognare insieme di lasciarci alle spalle le privazioni d’amore e di cose che le nostre famiglie ci avevano inflitto. Ponderavamo le compatibilità tra le nostre menti e le analogie tra i nostri corpi scarni.

Perché il dolore ti scolla l’anima dal corpo e Ragione e Sentimento invece di comprendere insieme al volo il tutto come succede agli dei, si affliggono combattendosi a vicenda, generando altro dolore così che si allontanano sempre di più fino a dirsi addio.

Ti arrabbiavi perché non ti ascoltavo e non capivi che non avevo bisogno di ascoltarti per sapere di te.

Io ero te.

E non parlavo di me per lo stesso motivo: affinità elettiva. Mi hai spiegato tu che significa. Tu mi hai parlato di Goethe.

Sei uscita con me qualche volta per capire se fossi uguale a quelli che giocavano con te prima di me. Bella come mai ti scrivo “j’adore”. Tu senza rimmel, col caschetto nero come Giovanna D’Arco, io con gli occhiali da donna, la giacca Givenchy. Una coppia fuori dal comune.

Eri diversa, intelligente, colta. Non ho mai dimenticato le altre ragazze ma tu dov’eri allora? Ero confuso.

Ti aveva colpito la mia follia, mentre Julia la alimentava… E alla fine ne sei stata vittima e anch’io perché non mi rendevo conto di che cosa avevo tra le mani. Un gioiello. Facevo musica, pazzo, megalomane. Avevo un sacco di soldi allora, vivevo in una casa con le colonne dove tu mi leggevi Shakespeare e Anna Karenina e guardavamo Fritz Lang e Buñuel.

Gli amici erano incantati dalla tua superba bellezza.

Scopavamo ascoltando Playground love.

Indossavi quella gonna lunga con quel corpo che mi fa impazzire. Io dicevo “mettila più corta”. Tu “non sono come le tue amiche”. Io che ti volevo solo nuda per poi farti mancare un po’ tutto. Dare per scontato averti in casa. Per poi scoparti pure senza gusto. Dire che ho sbagliato qua non ha più senso. Dici non era amore? Era più sesso. L’amore è un po’ ossessione, un po’ possesso. Carichi la pistola e poi ti sparo in testa. Tu che hai dato sempre l’anima anche non avendo. Io che non ti ho dato mai anche potendo. Ho continuato a vendere, tu non sai niente. Mi hai regalato il cuore, io mai niente.

Proverebbero a tenerti tutti, non me.

Stavo nel punto più alto che avessi mai raggiunto: di gioia e sofferenza. C’eri tu, Doms riapparso dal nulla come è nel suo stile, avevo fatto Dio c’è, un album pieno di me. Mi avevano pure arrestato intanto, ma ero riuscito a cavarmela con una incredibile autodifesa.

Tu, con il tuo candore e la tua intelligenza sottile mi cambiavi la percezione. Io avevo paura del potere che esercitavi su di me, paura di perdere il controllo della mia vita, paura che l’amore potesse indebolirmi, distogliermi dall’obiettivo.



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