Speranza e utopia. Conversazioni 1964-1975 by Ernst Bloch

Speranza e utopia. Conversazioni 1964-1975 by Ernst Bloch

autore:Ernst Bloch
La lingua: ita
Format: epub
Tags: filosofia,
ISBN: 9788857593630
editore: Mimesis
pubblicato: 2022-03-15T00:00:00+00:00


IL SIGNIFICATO DELLA BIBBIA

Conversazione con Bernd Stappert (1974)

Domanda - Lei ha parlato del timbro biblico del fine, di un futuro nel passato e di un sogno radicale e sovversivo che si cela nella stessa Bibbia. Quale ruolo svolge la Bibbia per lei e che significato ha in generale nell’esperimento del futuro, nell’esperimento del mondo?

Bloch - Dipende da quale tipo di Bibbia si prende in considerazione. Nei primi tempi, quando la critica biblica ancora doveva nascere, c’era un’unica parola di Dio, che sembrava ispirata o perfino dettata da Dio in ogni dettaglio; i profeti si sentivano come segretari dello spirito del mondo, per usare un’espressione hegeliana. Più tardi le cose si aggravarono con la svolta nel protestantesimo, che volle fondare l’intera Chiesa e la dottrina della Chiesa unicamente sulla Scrittura, presa alla lettera. “La Parola di Dio - dice Lutero - devono lasciarla stare”, citando il Salmo 46. Presto si levò qualche dubbio contro una fedeltà alla Parola di tal genere, anche semplicemente a partire dal testo esistente. Per esempio, nella Bibbia si parla di Mosè in due modi diversi riguardo al suo arrivo nella cosiddetta Terra promessa: una volta si dice che non riuscì ad arrivarci, e in un versetto successivo il contrario. Oppure, ancora più semplicemente - una cosa che anche i bambini apprendono a scuola - Eva viene creata due volte, dalla costola di Adamo, per cui l’uomo venne prima e la donna dopo, mentre in un passo precedente sta scritto: “E Dio creò l’uomo, maschio e femmina li creò”. Quindi Eva fu creata insieme con Adamo, nello stesso momento. Oltre a semplici dati di fatto di questo tipo, ci sono informazioni contrastanti, di cui solo una può essere vera. Tali discordanze furono messe in luce dapprima in Spagna, cioè dai rabbini spagnoli. Uno di essi, un uomo molto dotato e acuto di mente di nome Esdra, notando questo dato di fatto, scrisse al margine: “Chi ha senno, tace”.

Venne poi l’Illuminismo che, dal punto di vista della critica biblica, iniziò nel XVII secolo con il Trattato teologico-politico di Spinoza, il primo a far riferimento alla redazione del rabbino Esdra, fondata su diverse scritture contrastanti. Un medico francese, vissuto nel XVII secolo, Jean Astruc, fu il primo a praticare, per così dire, la critica biblica, imbattendosi in due diversi scrittori del Pentateuco, che egli distinse in base ai nomi attribuiti a Dio, chiamando l’uno Jahvista e l’altro Elohista. Nel XVIII secolo sorse infine una marea di critici della Bibbia, in gran parte provenienti dal mondo protestante di orientamento liberale, ovviamente. E la cosa continuò anche nel XIX e XX secolo. Un nome, tra tanti altri, è quello di Julius Wellhausen, un uomo per niente ineccepibile quanto a mentalità e idee reazionarie, se non addirittura antisemite, che non rimasero senza conseguenze nella sua critica biblica. Sta di fatto, comunque, che egli contribuì alla chiarificazione del testo biblico, riscontrando influenze anche nell’Islam.

A che cosa può servire la critica biblica, qual è il suo compito? Quali i suoi obiettivi? Si tratta di



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