Springsteen. Long walk home by Ermanno Labianca;

Springsteen. Long walk home by Ermanno Labianca;

autore:Ermanno Labianca; [Labianca, Ermanno]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862314244
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2014-10-22T22:00:00+00:00


MARY’S PLACE

In questa canzone modellata su un vecchio soul ballabile di Sam Cooke (Meet Me At Mary’s Place) c’è un doppio scenario: da una parte i bei tempi andati – la Asbury Park prima di ogni malessere, prima delle tensioni razziali, prima di diventare quella “city of ruins” di cui Springsteen canterà più avanti in questo medesimo disco – e dall’altra l’esigenza di ricordare e fare in qualche modo rivivere chi non c’è più, pur se solo attraverso un vecchio 45 giri che gracchia sul piatto. Ancora una volta è quindi protagonista l’America del pre e del post-11 settembre, con in mezzo quella frattura, quel baratro che hanno fatto prima tremare e poi sprofondare milioni di americani. Sul primo binario la musica, che è di generosa durata (lo sarà maggiormente dal vivo), ballabile, piena di gente, ricca di colpi di scena e stracolma di quei trucchi con cui Springsteen ha ammaliato tutti per anni...

Familiar faces around me

Laughter fills the air

Your loving grace surrounds me

Everybody’s here

Furniture’s out on the front porch

Music’s up loud

I dream of you in my arms

I lose myself in the crowd.

Facce familiari intorno a me

Risa che riempiono l’aria

La tua amorosa grazia mi circonda

Ci siamo tutti

I mobili lì fuori, nella veranda

La musica suona forte

Sogno di averti tra le mie braccia

Poi mi perdo tra la folla.

...sul secondo piano di Mary’s Place spiccano i dettagli che meritano di essere conservati, in modo caldo, semplice e sincero – come fa il protagonista con il ritratto di Mary dopo aver cercato consolazione in tutte le religioni possibili: per questo, forse, in apertura di canzone aleggiano tutti insieme Buddha, Allah e gli angeli della misericordia, il ricordo dell’Apocalisse – come beni preziosi, per ricordare e anche per redimersi:

Let it rain, let it rain, let it rain, let it rain

Meet me at Mary’s place, we’re gonna have a party

[...]

Tell me how do you live broken-hearted

Meet me at Mary’s place.

Venga la pioggia, venga la pioggia, venga la pioggia

Incontriamoci da Mary, faremo festa

[...]

Spiegami come si vive con il cuore in pezzi

Incontriamoci da Mary.

L’uomo, che è stato amico, amante o semplice vicino di casa della donna, è in cerca – una ricerca serena, di limpida rassegnazione – della grazia di quella presenza che non c’è più. Nel farlo, passa in rassegna, accarezzandoli con gli occhi e con il cuore, gli oggetti e i “mobili” sulla “veranda”. Fino al giradischi, quel giradischi che dice di tempi andati, quando la felicità passava attraverso un disco di Sam Cooke. È lì che i due binari si incontrano. Oltre a rievocare Meet Me At Mary’s Place, che è la citazione più evidente, questa canzone riflette anche lo spirito di Havin’ A Party (sempre di Sam Cooke, ma ripresa più volte sia da Southside Johnny che da Springsteen: “faremo una festa, tutti canteranno, ascoltando la musica provenire dalla ra­dio”) e di Rosalita (“Sono qui per divertirmi, non c’è altro motivo”). Del clima di festa delle canzoni soul anni Cin­quanta/Sessanta trabocca anche la strofa conclusiva, che celebra Mary come sicuramente lei avrebbe voluto, con



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