Stalin. Storia e critica di una leggenda nera by Domenico Losurdo

Stalin. Storia e critica di una leggenda nera by Domenico Losurdo

autore:Domenico Losurdo
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Stalin,
ISBN: 978-88-430-4293-7
editore: Carocci
pubblicato: 2008-02-06T16:00:00+00:00


L’olocausto ucraino quale bilanciamento dell’olocausto ebraico

Le due personalità criminali, reciprocamente legate da affinità elettive, producono due universi concentrazionari tra loro assai simili: così procede la costruzione della mitologia politica ai giorni nostri imperversante. Per la verità, pur inaugurando questa linea di pensiero, Arendt fa un discorso più problematico. Per un verso accenna, sia pure in modo assai sommario, ai «metodi totalitari» preannunciati dai campi di concentramento in cui l’Inghilterra liberale rinchiude i boeri ovvero agli elementi «totalitari» presenti nei campi di concentramento che la Francia della Terza Repubblica istituisce «dopo la guerra civile spagnola». Per un altro verso, nell’istituire il confronto tra urss staliniana e Germania hitleriana, Arendt fa valere alcune importanti distinzioni: solo a proposito del secondo paese parla di «campi di sterminio». C’è di più: «nell’URSS i sorveglianti non erano, come le ss, una speciale élite addestrata a commettere delitti». Com’è confermato dall’analisi di una testimone passata attraverso la tragica esperienza di entrambi gli universi concentrazionari: «I russi [...] non manifestarono mai il sadismo dei nazisti [...]. Le nostre guardie russe erano persone per bene, e non dei sadici, ma osservavano scrupolosamente le regole dell’inumano sistema» 59. Ai giorni nostri, invece, dileguati il sia pur sommario riferimento all’Occidente liberale e l’accenno alle diverse configurazioni dell’universo concentrazionario, tutto il discorso ruota attorno all’assimilazione di Gulag e Konzentrationslager.

Perché tale assimilazione sia persuasiva,, in primo luogo si dilatano le cifre del terrore staliniano. Di recente, una studiosa statunitense ha calcolato che le esecuzioni realmente avvenute ammontano a «un decimo» delle stime correnti 60. Resta fermo, ovviamente, l’orrore di questa repressione pur sempre su larga scala. E, tuttavia, è significativa la disinvoltura di certi storici e ideologi. Né essi si limitano a gonfiare i numeri. Nel vuoto della storia e della politica la costruzione del mito dei mostri gemelli può compiere un ulteriore passo avanti: all’olocausto consumato dalla Germania nazista a danno degli ebrei a partire soprattutto dall’impantanarsi della guerra a est corrisponderebbe l’olocausto già in precedenza (agli inizi degli anni trenta) inflitto dall’URSS staliniana agli ucraini (il cosiddetto Holodomor); in questo secondo caso si sarebbe trattato di una «carestia terroristica» e pianificata, alfine sfociata in un «immenso Bergen Belsen», e cioè in un immenso campo di sterminio 61.

Nell’agitare questa tesi si è distinto in particolare Robert Conquest. I suoi critici l’accusano di aver a suo tempo lavorato in qualità di agente addetto alla disinformazione presso i servizi segreti britannici e di aver affrontato il dossier ucraino facendo tesoro di questa sua professione 62. Anche gli estimatori riconoscono un punto che non è privo di importanza: Conquest è «un veterano della Guerra fredda» e ha scritto il suo libro nell’ambito di un’«operazione politico-culturale», che è stata diretta in ultima analisi dal presidente statunitense Ronald Reagan e che ha conseguito «numerosi frutti: da un lato, incidendo in modo importante nel dibattito internazionale sul valore e i limiti delle riforme gorbacioviane, dall’altro, attraverso la presa di posizione del Congresso degli Stati Uniti, andando a influenzare potentemente la radicalizzazione delle spinte indipendentiste dell’Ucraina» 63 .



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