Sugli spalti by Andrea Ferreri

Sugli spalti by Andrea Ferreri

autore:Andrea Ferreri
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi
pubblicato: 2021-02-18T11:26:35+00:00


Ellis Park Stadium, Johannesburg, Sudafrica

Le Antilopi di Madiba

Quando nel 2019 ho visitato la Repubblica del Sudafrica ho avuto modo di vedere due degli stadi che avevano ospitato il mondiale di calcio del 2010. Da fuori, purtroppo, perché in quel periodo nessuna competizione sportiva era in corso. A Città del Capo c’è l’avveniristico Cape Town Stadium, inizialmente conosciuto come Green Point, dal nome dell’omonima zona turistica della città in cui è situato, tra Signal Hall e Victoria & Alfred Waterfront, a 500 metri dall’Oceano Atlantico. Immerso nel verde, con la forma di una ciambella e il tetto retraibile, fu voluto espressamente dalla FIFA per avere anche la capitale legislativa del paese tra le sedi del mondiale e costò una montagna di soldi – circa 637 milioni di dollari, ben 170 in più del progetto iniziale e che furono messi a carico della municipalità di Città del Capo. Un disavanzo enorme che generò aspre polemiche, considerato un inutile spreco dal momento che a utilizzare questo impianto esteticamente unico nel suo genere attualmente è solo l’Ajax Cape Town, squadra satellite dell’Ajax di Amsterdam che milita nella Serie B sudafricana.

A Johannesburg invece c’è Ellis Park, precedentemente conosciuto come Coca Cola Park e successivamente come Emirates Airline Park. Edificato nel 1928 e ristrutturato nel 2009 per i mondiali di calcio, ha due anelli di grandi dimensioni che formano quattro tribune leggermente arcuate verso l’interno capaci di accogliere circa 60.000 spettatori. Una struttura monumentale che oggi è la casa dei Lions di rugby e degli Orlando Pirates, la squadra di calcio del sobborgo di Soweto, la più grande township sudafricana. Infatti, nonostante il Sudafrica sia la nazione più moderna e sviluppata dell’intero continente, che investe ingenti risorse per promuovere politiche di integrazione tra la popolazione di pelle bianca e quella di pelle nera, Soweto rimane un sobborgo di soli neri che presenta ancora un gran numero di problemi a livello sociale, conseguenza della segregazione razziale imposta dai bianchi a partire dal 1948 con l’istituzione del sistema di leggi chiamato apartheid.

Gli Orlando Pirates sono una squadra storica del calcio sudafricano. Fondata nel 1937 da studenti neri di Soweto, divenne l’orgoglio di quel ghetto di Joahnnesburg. Il nome Pirates fu scelto nel 1939 dall’allora portiere Reggie Nkosi che aveva visto al cinema il film Lo Sparviero Del Mare, in cui un nobile inglese catturato e venduto come schiavo riesce a ribellarsi e scappare, diventando uno dei più temuti pirati del mare. A fare la storia di questo club contribuì molto Bethuel Mokgosinyane, calciatore-operaio che scelse il colore nero-bianco della divisa (che ho acquistato per supportarli) e propose ai compagni di adottare uno stile di gioco fatto di passaggi corti, contrariamente alla “palla lunga e pedalare” cui il calcio africano era abituato. Ma soprattutto Mokgosinyane intendeva lo sport come mezzo di aggregazione per il quartiere: una sorta di dopolavoro per le fabbriche e, al tempo stesso, una specie di oratorio per i giovani del ghetto.

Con l’avvento dell’apartheid gli Orlando Pirates hanno rappresentato ancor di più l’identità della popolazione di Soweto, pur giocando nel campionato segregato per soli neri.



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