Sulla strada by Jack Kerouac

Sulla strada by Jack Kerouac

autore:Jack Kerouac [Kerouac, Jack]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 2011-03-02T23:00:00+00:00


Poteva essere una grigliata di pesce o qualunque altra cosa. Vicino a Deweyville il paesaggio si fece strano e buio. All’improvviso ci ritrovammo fra le paludi.

«Ragazzi, vi immaginate che roba se trovassimo un locale di jazz in queste paludi, con dei negroni grandi e grossi che suonano la chitarra e sussurrano i loro blues e bevono whisky velenoso e ci fanno segno di entrare?»

«Sì!»

C’erano dei misteri, da quelle parti. La macchina correva lungo una strada sterrata alta sul e paludi, tra ripidi terrapieni coperti di rampicanti. Superammo un’apparizione; un negro in camicia bianca che camminava con le braccia alzate verso il firmamento d’inchiostro. Forse pregava o invocava una maledizione. Filammo via di corsa; io mi girai a guardarlo dal lunotto posteriore e vidi i suoi occhi bianchi. «Uuuu!» disse Dean. «Attenzione. Sarà meglio non fermarsi da queste parti.» A un certo punto, però, fummo costretti a fermarci a un crocevia. Dean spense i fari. Eravamo circondati da una grande foresta di alberi avvolti da rampicanti dalla quale sembrava provenire il fruscio di mille velenosissimi serpenti testa di rame. La sola cosa che si vedeva era la spia rossa sul cruscotto della Hudson. Marylou stril ò terrorizzata.

Cominciammo a ridere sgangheratamente per spaventarla ancora di più.

Avevamo paura anche noi. Volevamo uscir fuori da quel regno di serpenti, da quell’oscurità acquitrinosa e avvolgente, e tornare di corsa nel territorio familiare dell’America, nel e cittadine agricole. Nell’aria c’era puzza di petrolio e di acque morte. Questo era un manoscritto del a notte che non riuscivamo a leggere. Una civetta gridò. Imboccammo a caso una del e strade sterrate, e dopo un po’ ci trovammo ad attraversare il vecchio malvagio Sabine, responsabile di tutte quelle paludi. Stupefatti, vedemmo apparire davanti a noi grandi strutture il uminate. «Il Texas! È il Texas! Beaumont, la città del petrolio!»

Enormi serbatoi e raffinerie incombevano come grattacieli nell’aria fragrante di petrolio.

«Sono contenta che siamo usciti da quelle paludi» disse Marylou. «Possiamo ascoltare ancora programmi polizieschi, adesso.»

Attraversammo di corsa Beaumont, superammo il Trinity River a Liberty, e poi via dritti verso Houston. Dean si mise subito a raccontare di Houston nel 1947. «Hassel! Quel pazzo di Hassel! Lo cerco dappertutto dovunque vada, e non lo trovo mai. Faceva certi numeri qui nel Texas. Venivamo a comprare da mangiare insieme a Bull e lui spariva. Dovevamo cercarlo in ogni tirasse-gno della città.» Stavamo entrando a Houston. «Il più delle volte dovevamo venire a cercarlo qui, nel quartiere negro. Ragazzi, se la faceva con tutti gli sbarellati che incontrava. Una sera sparì e prendemmo una camera d’albergo. Dovevamo portare del ghiaccio a Jane perché le sue provviste stavano marcendo. Ci vol ero due giorni per trovare Hassel. Anch’io mi ero infognato... avevo passato il pomeriggio a bombardare le donne, proprio qui, nei supermercati del centro» – nella notte vuota lo attraversammo in un lampo, il centro – «e ne avevo trovata una proprio sciroccata, andata, aveva perso la testa e girava come una zombi, voleva rubare un’arancia. Veniva dal Wyoming. Bella di corpo quanto scema di cervello.



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