Terezin. Il ghetto-modello di Eichmann by Benjamin Murmelstein

Terezin. Il ghetto-modello di Eichmann by Benjamin Murmelstein

autore:Benjamin Murmelstein [Murmelstein, Benjamin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Europe, General, Modern, 20th Century, Holocaust
ISBN: 9788835033677
Google: CNMwlQEACAAJ
editore: La Scuola
pubblicato: 2013-01-14T23:00:00+00:00


CAPITOLO XIII.

CREPUSCOLO

« Il maggiore Günther, in presenza del cap. Möhs e del ten. Rahm, comunica ai tre dirigenti del ghetto quanto segue:

Si rende necessario l’impiego di un grande numero di operai presenti a Terezin per lo sforzo bellico del Reich. Da un giro d’ispezione, intrapreso il 22 settembre, si è vista l’impossibilità di creare nuovi posti di lavoro nel ghetto, per mancanza di spazio. Pertanto 5000 persone abili al lavoro, in età non superiore a 55 anni, verranno trasferite fuori del ghetto, nelle vicinanze di Dresda. La partenza è fissata per martedì 26 e per mercoledì 27 settembre. È ammesso soltanto bagaglio leggero e approvvigionamento per 24 ore di viaggio. L’organizzazione del nuovo campo è affidata all’ing. Zucker, il quale potrà scegliere i collaboratori adatti fra i tecnici, gli artigiani, i medici e gli organi amministrativi presenti a Terezin.

Da questo trasporto sono esclusi gli stranieri, e particolarmente i danesi, ebrei prominenti, grandi invalidi, malati di mente, individui sottoposti a vigilanza speciale, pregiudicati e asociali. Possono invece partire persone di sangue misto e gente imparentata con famiglie ariane ».

(Stralcio dell’appunto in data 23 settembre 1944).

L’inclusione di persone con sangue ariano nelle vene e il divieto di far partire ebrei condannati da] tribunale suffragavano apparentemente l’asserzione che i 5.000 operai non erano destinati alla deportazione, ma veramente richiesti per un campo di lavoro nelle vicinanze di Dresda.

Un gruppo di 200 persone stava da tempo lavorando in un cantiere edile di Zossen nei pressi di Berlino, e rimancva invece incluso nello stato della popolazione di Terezin, da dove partivano ogni mese le razioni alimentari per questi operai. I familiari rimasti nel ghetto ricevevano le notizie da Zossen a intervalli regolari e vivevano assolutamente tranquilli, perché erano esclusi da qualsiasi misura di deportazione. Durante l'estate, tecnici di fama internazionale furono trasferiti in una succursale del campo di Gross-Rosen, dove, si diceva, potevano usufruire di laboratori attrezzatissimi. Alludendo a questi precedenti, Günther ebbe facile gioco a convincerci che il gruppo dei 5.000 continuerebbe veramente a far parte del ghetto, anche se impiegato in una sua ramificazione esterna. Da questa ferma convinzione nacquero discussioni con Zucker, il quale volle con sé gli elementi più esperti, facendone i nomi davanti agli ufficiali delle SS, e mettendoci tutti con le spalle al muro. Amareggiato per il suo trasferimento, credette di avere ormai mano libera nei nostri confronti.

Il ghetto accoglie la notizia con rassegnazione, sperando che il trasporto, come è stato promesso, sia diretto in un campo vicino a Dresda. D’altronde, la Polonia non è stata già occupata dai russi? I tedeschi invece non hanno dubbi circa la destinazione del trasporto; rimangono però perplessi di fronte alla sorprendente calma ostentata dagli ebrei, mentre reparti di truppe aerotrasportate russe si stanno lanciando in aiuto dei partigiani slovacchi. Con i tempi che corrono i soliti undici militi SS di stanza a Terezin sono pochi, e della gendarmeria cèca è meglio non fidarsi. Chiamata d’urgenza, una squadra di 50 agenti di polizia tedeschi, dislocata fuori del ghetto, si mette bene in vista;



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