Terra Alta by Javier Cercas

Terra Alta by Javier Cercas

autore:Javier Cercas [Cercas, Javier]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 123
editore: Guanda
pubblicato: 2020-06-04T22:00:00+00:00


Escono da Tortosa senza dire una parola, e senza dire una parola percorrono i primi chilometri in direzione di Gandesa, finché, non lontano da Xerta, Salom si decide a rompere il silenzio.

«Perché non smetti una volta per tutte di pensarci?» dice. «Gomà ha ragione.»

Sul sedile accanto all’autista, Melchor ha lo sguardo fisso davanti a sé, come stregato dall’asfalto della strada, dove il riverbero del sole crea pozzanghere tremule di acqua illusoria. Ai due lati della carreggiata si succedono file di aranci che spuntano dalla terra assetata. Salom guida con la mano destra sul volante e l’avambraccio sinistro sul bordo del finestrino. Non sono ancora entrati nella Terra Alta.

«Non so perché fai così» prosegue. «Si poteva prevedere fin dall’inizio. Lo sappiamo benissimo: se non si trovano piste solide nei primi giorni, rassegnati a lasciar perdere. Alla fine della prima settimana eravamo già bloccati, e da quel momento siamo andati avanti alla cieca. Gomà ha già fatto abbastanza. La norma sarebbe stata chiudere il caso prima. Pensaci bene, è quello che avrebbe fatto chiunque altro.»

«Questo non è un caso normale» borbotta Melchor.

«Perché? Perché ne parlavano alla tv? Sciocchezze. In fondo, tutti i casi sono uguali, almeno per noi. L’unica differenza è che alcuni li risolviamo e altri no. E questo non lo risolveremo. Non prenderlo tanto a cuore, non puoi permettere che tutte le volte una cosa del genere faccia venir fuori il giustiziere che ti porti dentro. Come lo chiama Olga?»

Melchor non risponde, assorto, e tiene lo sguardo fisso sulla strada. Salom lascia passare qualche secondo prima di riformulare la domanda.

«Javert» risponde Melchor. «È il poliziotto dei Miserabili.»

«Esatto» dice Salom. «Se ti fai trascinare da lui, ti rovinerai la vita. La tua e quella della tua famiglia.»

Di nuovo in silenzio, si lasciano alle spalle Xerta, le cui case sembrano dormicchiare sulla destra della strada, nella canicola verticale delle due del pomeriggio; quando ormai non manca molto per arrivare a Benifallet, squilla il cellulare di Melchor. È il sergente Blai, impaziente di sapere cosa è successo nella riunione con Gomà. Melchor glielo racconta, sforzandosi al massimo per mantenere l’imparzialità.

«Allora è finita?» chiede Blai alla fine. «Ha archiviato definitivamente il caso?»

«Non definitivamente» risponde Melchor. «O così dice. Però, sì, per il momento il caso è chiuso.»

«Che figlio di puttana!» esclama il sergente. «Comunque, non dire che non ti avevo avvertito, eh? Quando hanno trovato il cadavere del bambino a Riumar, te l’avevo detto: preparati, questa è la fine della vostra indagine. E così è stato. I giornalisti si sono gettati su quel caso e chi si ricorda più dell’omicidio degli Adell? Appena hanno smesso di parlarne in televisione, a Gomà ha smesso di interessare. Perciò, ecco il nostro viceispettore preferito lanciarsi con tutta la cavalleria sul caso di Riumar, affannandosi per comparire nella foto e per coprire il suo fallimento in una faccenda che fa rumore con un’altra che ne fa ancora di più. ’Fanculo.»

«Non ha abbastanza mezzi per lavorare sui due casi» riferisce Melchor in veste di avvocato del diavolo. «Questo ha detto, in pratica.



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