Terrore ad alta quota by J. Heather Fitt

Terrore ad alta quota by J. Heather Fitt

autore:J. Heather Fitt [Fitt, J. Heather]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2023-09-21T14:53:24+00:00


Capitolo ventidue

Charley

Quattro ore all’atterraggio

Charley non ce la faceva più. Era membro del personale di bordo da oltre quindici anni e adorava il suo lavoro. In passato era stata assistente di volo sia in viaggi brevi che a lungo raggio, ma in linea di massima preferiva quelli a lungo raggio. Una giornata dedicata alle tratte brevi, tipo la Scozia o il continente, con i continui decolli e atterraggi, era molto più estenuante che dover affrontare un volo diretto di otto ore fino a Barbados, o addirittura uno intercontinentale da Londra in Cile, per il quale si impiegavano più di quindici ore.

Ma il volo di oggi… era il più lungo e stressante di tutta la sua carriera. Nel tempo le erano capitati passeggeri esigenti, e di solito a bordo aveva tutto l’occorrente per soddisfare qualunque capriccio o richiesta strampalata – fatta eccezione per la volta in cui, qualche anno prima, un passeggero di prima classe le aveva chiesto dei ricci di mare. Un paio di passeggeri impegnativi erano da mettere in conto, ma averne un intero gruppo era davvero estenuante. Senza contare che due di loro ci avevano anche lasciato le penne!

Charley sapeva che non era certo colpa di quelle poverette, ma le dava comunque fastidio che fossero morte proprio sul suo aereo, dove la responsabilità di ciò che succedeva durante il volo ricadeva tutta su di lei. Senza dimenticare che probabilmente avevano un assassino a bordo. Essersi occupata direttamente dell’accaduto, glielo faceva sembrare quasi normale. Era come anestetizzata e, rendersene conto, le diede un leggero senso di nausea. Si sarebbe dovuta sentire scioccata, impaurita, preoccupata, una cosa qualsiasi, e invece desiderava solo atterrare e lasciare che la polizia locale si facesse carico dell’intera questione al posto suo.

La polizia locale: merda, avrebbe dovuto fornire una deposizione, quindi sarebbero passate altre ore dopo l’atterraggio prima di poter staccare la spina e godersi un buon punch al rum. Di quel passo, avrebbe volentieri rinunciato al punch per scolarsi solo il rum.

Charley controllò l’orologio: mancavano ancora quattro ore all’arrivo – oltre la metà del viaggio. Con suo grande stupore si accorse di non aver mangiato praticamente nulla dalla mattina, molto prima della partenza. Era logico che lo shot di gin le fosse rimasto sullo stomaco. In teoria aveva saltato il pranzo, ma non per colpa sua; adesso, però, non sarebbe stato di alcuna utilità svenire per la fame durante lo svolgimento delle sue mansioni. Aprì quindi uno dei carrelli portavivande e trovò un panino al prosciutto. Dopo aver ricontrollato attentamente che fosse ben sigillato, lo divorò accompagnato da una bottiglietta d’acqua, senza lasciarsi tentare da quelle mini dei liquori.

«Ehi, Charley, posso andare in pausa adesso?».

Charley trasalì e si voltò di scatto, una mano premuta sul petto. «Gesù, mi hai fatto prendere un colpo».

Jen increspò le labbra. «Scusami. Pensavo mi avessi sentita arrivare».

«Non ti preoccupare. Ero sovrappensiero. Cosa mi hai chiesto?»

«Se posso andare in pausa adesso. So che dovrà essere più breve del solito, ma metterò la sveglia così sarò pronta per preparare l’atterraggio».

Charley sospirò, in



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