Ti voglio bene assai by Luciano De Crescenzo

Ti voglio bene assai by Luciano De Crescenzo

autore:Luciano De Crescenzo [Crescenzo, Luciano de]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Philosophy, General, Social Science, Customs & Traditions
ISBN: 9788852070020
Google: sD0BCwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2015-12-01T15:15:06+00:00


Quanto sono infami le donne!

quanto sono scellerate!

Quanto sono stupidi gli uomini,

gli uomini innamorati!

L’amore è un serpente,

morde dolcemente,

sotto al cuore scivola,

si insinua e poi ti cuoce!

Per cercare di definire con una sola parola questa tipologia di donna, i napoletani hanno inventato un termine ben preciso: la sciantosa.

In realtà, non è che lo abbiano proprio inventato, forse è più corretto affermare che si sono impossessati di una parola francese, chanteuse, che significa “cantante”.

Alcuni definiscono questa parola una storpiatura, eppure, non so al vostro, ma al mio orecchio risulta alquanto musicale.

Ebbene, quando parliamo di sciantosa ci riferiamo a una donna ammaliante dal fascino irresistibile e, in alcuni casi, dal passato misterioso e discutibile.

La sciantosa era uno dei personaggi che calcava i palchi del café-chantant, ed era uno dei motivi per i quali gli uomini erano soliti affollarne i locali.

Il suo sguardo malizioso aveva un potere ipnotico, per non parlare della voce. Intonava i versi delle operette più famose trasferendo in essi tutto il pathos della sua vita immaginaria. Sì, perché non sempre ciò che raccontava corrispondeva alla realtà. Alcuni episodi del suo passato erano solo frutto della sua fervida fantasia. Persino gli applausi al termine delle esibizioni non erano del tutto veritieri. Le sciantose più famose, infatti, per accrescere la propria notorietà e allo stesso tempo non rischiare che fosse intaccata, erano solite pagare delle claque che al termine dello spettacolo si dimenavano e applaudivano, gridando in maniera smodata così da spingere il pubblico presente a fare altrettanto.

Le sciantose, però, oltre a essere interpreti delle canzoni, ne sono state anche fonte di ispirazione:

Te si’ fatta ’na vesta scullata,

’nu cappiello cu ’e nastre e cu ’e rrose...

Stive ’mmiez’ a tre o quatto sciantose

e parlave francese... È accussì?



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