Ufo 78 by Wu Ming

Ufo 78 by Wu Ming

autore:Wu Ming [Wu Ming]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2022-09-13T12:00:00+00:00


16. Forravalle, giovedí 20 aprile

Il castagneto di Collerado non veniva curato da prima della guerra, quando l’ultima famiglia aveva abbandonato la frazione piú alta di Forravalle. Da allora apparteneva al Comune e col tempo era diventato un’attrattiva del paese. In autunno, versando una piccola quota, ci si potevano raccogliere ottime castagne di varietà Carpinese, e la terza domenica di ottobre si teneva la fiera delle mondine, cioè delle caldarroste, che richiamava gente fin dalla costa. Nelle altre stagioni erano i tronchi degli alberi secolari a conquistare i visitatori, con le loro forme contorte di spettri del monte.

Anche Gheppio era affascinato da quel luogo e ci passava spesso, a volte solo per sedersi su un ceppo e concedersi una pausa. Da qualche tempo, però, il castagneto lo preoccupava. Il vento e le nevicate dell’inverno avevano indebolito molte vecchie piante. Qualcuna era morta e si era schiantata su un letto di foglie, altre si erano crepate come muri dopo un terremoto. Il sindaco aveva chiamato gli esperti dell’università di Firenze, che dopo alcuni mesi avevano dato un parere: per salvare gli alberi monumentali bisognava abbattere gli esemplari piú giovani, almeno un centinaio, che crescevano a scapito dei patriarchi. Proprio per decidere quali tagliare il tecnico del Comune, insieme a Gheppio, era salito a Collerado di buon’ora.

Il forestale però non riusciva a convincersi. Che senso aveva eliminare piante giovani e robuste per lasciar spazio a quelle ormai decrepite?

Il tecnico passeggiava avanti e indietro, toccando i tronchi, quasi quel contatto dovesse confermargli ciò che sosteneva.

– Gornara, lei lo sa bene che i castagni secolari sono importanti. Sono parte del patrimonio storico e paesaggistico.

– E un bosco di castagni sani, – insistette Gheppio, – non è anche quello un patrimonio?

– Non allo stesso modo, – fu la risposta non troppo convinta.

Gheppio passò la mano sulla corteccia rugosa di un giovane castagno.

– E se invece di buttarli giú proviamo a potare i vecchi, come si faceva una volta, per alleggerirli? Sono anni che lo dico al sindaco.

Il tecnico scrollò la testa.

– E il sindaco risponde che è un lavoro da esperti, lungo e costoso, ma poi non è detto che risolva il problema. Vendendo come legna le piante abbattute, invece, rientriamo delle spese.

Piú che un botanico sembrava un ragioniere, pensò Gheppio.

– Quando ho fatto la segnalazione in Comune non pensavo che ve ne sareste usciti con questa bella trovata, – disse. – Il castagneto è un gran bel posto. Ma se le vecchie piante non si reggono piú dritte, non è giusto sacrificare le giovani per farle sopravvivere. C’è qualcosa di storto, nel ragionamento… di sbagliato, non le pare?

Il tecnico si strinse nelle spalle.

– Non so che dirle. Le cose stanno cosí. Mi dispiace.

Gheppio si voltò, scuotendo la testa. Raggiunse il fuoristrada verde, prese dal bagagliaio la vernice e il pennello e si preparò a discutere su ogni singolo tronco da segnare.

Secondo Marfari, detto «Astore», sedeva alla sua scrivania, intento a compilare scartoffie. In quei giorni poteva dedicarsi solo a quelle. Scivolando in bagno si era fratturato una caviglia, portava ancora il gesso e camminava con la stampella.



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