Un paese senza tempo by Concita De Gregorio

Un paese senza tempo by Concita De Gregorio

autore:Concita De Gregorio [Gregorio, Concita De]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788865760628
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2011-11-27T19:43:35+00:00


(2000)

La minaccia di Berlusconi

Ho sbagliato a pensare di poter scrivere la Costituzione con Berlusconi, dice D’Alema. «Il bilancio del tentativo fatto con la Bicamerale non è positivo.» Dev’essere perché Berlusconi «non è nelle condizioni di portare avanti un dialogo democratico». Non è all’altezza, il leader del Polo, «e per avviare un confronto bisogna essere in due». Fine dei tentativi di dialogo col centrodestra, e inedita autocritica retrospettiva del presidente del Consiglio: non solo «con quello», con Berlusconi, non si può parlare più, ma riconosco di aver fallito nel tentativo di farlo in passato. Una rottura in qualche modo storica, per D’Alema, accusato spesso anche dal suo stesso partito di eccessiva condiscendenza verso il nemico. Rompe nel giorno in cui Silvio Berlusconi, dopo aver fatto volare i suoi aerei su Montecitorio, annuncia che se si varasse la legge che regola gli spot in campagna elettorale lui farebbe in modo di rendere «impervio, addirittura impraticabile il normale confronto politico parlamentare».

Berlusconi minaccia di bloccare il Parlamento, e D’Alema si presenta ai giornalisti della stampa estera per dire, seduto accanto a Violante e Veltroni: «Sono qui a conversare con me stesso, a parlare ad alta voce dei limiti di quello che ho cercato di fare senza riuscirci». Non che rinneghi il tentativo, che pure «ha suscitato un’enormità di incomprensioni, l’inciucio, dicerie, sospetti, fregnacce che hanno angariato il sottoscritto». Semplicemente – e si rivolge a Violante, che nel suo libro Le due verità invita a un tentativo di conciliazione nazionale – lo sforzo «che io ho fatto è fallito. Non mi pare il momento di insistere, non vorrei che fallissero altri».

Certo, D’Alema difende la sua azione di governo. Abbiamo avviato grandi privatizzazioni, dice. Favorito la nascita di grandi gruppi bancari, «Mediobanca non è più arbitro, ma una delle parti». Lo abbiamo fatto senza ingerenze, «perché io non convoco gli imprenditori e i finanzieri: li ricevo. Sono loro a chiedere colloqui». Fin qui bene, però il tentativo di riscrivere la Costituzione e avviare un dialogo con il centrodestra è stato un errore.

«Io mi chiedo se abbiamo di fronte un interlocutore in grado di fare questo discorso. A proposito di par condicio, per esempio, ho cercato di spiegare a Berlusconi che dovrebbe porsi lui per primo, per fugare ogni dubbio, il problema. Avrebbe dovuto proporla lui, la legge, lui che ha tre televisioni, una posizione dominante in pubblicità, è parente stretto di un proprietario di giornale. Ho cercato, ma la vocazione del samaritano ha un limite.»

Come è possibile, si chiede D’Alema, che «un capo di governo europeo» il premier ceco Miloš Zeman, «dica che Le Pen, Haider e Berlusconi sono un pericolo per l’Europa? È sbagliato, Berlusconi è nel Ppe. Ma perché dunque non si pone lui stesso il problema di avere comportamenti, toni che rendano più comprensibile la sua figura di leader democratico? L’opposizione faccia delle proposte, invece di farci sorvolare dagli aeroplani». Ho chiamato Aznar, il premier spagnolo, racconta il presidente del Consiglio. È stato Aznar a volere Berlusconi nel Ppe: «Gli ho



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