Un Uomo by Oriana Fallaci

Un Uomo by Oriana Fallaci

autore:Oriana Fallaci [Fallaci, Oriana]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:38:57+00:00


Quello di via Solonos? Ma se È un buco più grande della tua cella a Boiati!

Ascoltami, Alekos… No, non ti ascolto. perchè se ti ascolto mi tiri fuori la logica, e con la logica io mi scoraggio. E se mi scoraggio non vinco. I soldi li troveremo. Se non li troveremo, pazienza. Far senza uffici, senza automobili, senza telefoni, comprer qualche barattolo di vernice, qualche pennello, e scriver il mio nome sui muri. E se non avr i soldi per comprare la vernice, i pennelli, lo scriver col carbone: Votateperme. Nessun ostacolo ti spaventava, anzi accendeva il tuo orgoglio e la tua immaginazione: se il modo di fare democrazia era sbagliato, dicevi, perchè non incominciare ad avversarlo rifiutando le immoralità della macchina elettorale? Si spendono miliardi per trasformare i comizi in kermesse festaiole! Si tagliano foreste per fabbricare la carta che si sprecherà nei manifesti! Si bruciano fiumi di benzina per trasportare i candidati in automobile! Un candidato onesto dovrebbe cavarsela con una bicicletta e un megafono. Senza contare che i cosiddetti sostenitori non danno nulla per nulla: un finanziamento È sempre una corruzione antelitteram, cioÈ un debito che prima o poi ti verrà presentato con richieste di favori o di imbrogli. Che eri rifiorito, del resto, divenne evidente il giorno in cui contrabbandasti i cinque milioni coi quali avresti condotto l’intera campagna elettorale.

Persuaso alla fine che con una bicicletta e un megafono non saresti andato lontano, e neppure col votateperme scritto a carbone sui muri, quindi qualche manifesto ci voleva, e anche un ufficio meno scomodo del buco in via Solonos, allo stesso tempo deciso a non accettare una dracma dai tuoi concittadini, mi avevi nominato tuo tesoriere personale all’estero e spedito in Italia a elemosinare aiuti presso i portatori di mutande con la parola Popolo. Errore ingenuo, visto che il gran protetto dei socialisti italiani era Papandreu, che soltanto su di lui si concentrava la loro prodigalità internazionalista.

Ma, un bel mattino: Vittoria! Vittoria! Esortato da Nenni, un gruppo periferico aveva disubbidito al Comitato centrale mettendo insieme una colletta che ora ti aspettava a Venezia. E poiche la Biennale di Venezia t’aveva invitato alla cerimonia d’apertura, biglietto aereo compreso, potevi venir subito a ritirare la somma senza rimetterci un soldo. Che somma, Alekos? Una somma enorme. .Quanto enorme? Vedrai.Ventiquattr’ore dopo eccoti in piazza San Marco dove due brav’uomini giunti da Modena ti consegnano un fagotto legato con uno spago. Li ringrazi tra baci e abbracci, corri in albergo, rompi lo spago con dita tremanti, e sul letto si sparpaglia una grandine di banconote da diecimila.

Alekos… sarebbe questa la somma enorme? Sì! Cinque milioni, pensa! Cinque milioni! Lo sai quante cose ci faccio io con cinque milioni? E intanto li contavi, estasiato, li palpeggiavi, li accarezzavi, li allineavi dentro una valigetta che da quel momento ci avrebbe seguito ovunque, in motoscafo, in gondola, nei ristoranti, nei musei, perfino all’inaugurazione nel palazzo dei Dogi dove avresti preteso che la tenessi sulle ginocchia per poterla controllare mentre pronunciavi il tuo discorso, e al banchetto dove l’avresti nascosta sotto la tavola: ben stretta fra le gambe.



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