Una casa sul Mare del Nord by Nina George

Una casa sul Mare del Nord by Nina George

autore:Nina George [George, Nina]
La lingua: ita
Format: epub
Google: kd3yCAAAQBAJ
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2015-05-11T22:00:00+00:00


25

QUANDO Yann passò a prenderla, lei aspettava già da venti minuti lungo il fiume: non era più riuscita a restarsene seduta nella sua stanza, domandandosi se era vestita abbastanza bene. Avrebbe potuto cambiarsi altre venti volte. Jeans o vestito rosso? Camicia aderente o golf morbido? Décolleté con tacco o mocassini di tela? Cielo, che cosa doveva indossare una donna al primo appuntamento con un uomo per apparire attraente ma non sfacciata? Aveva troppo poca esperienza. Alla fine si era decisa per i jeans blu, le décolleté e una camicia bianca che si abbottonava fino al collo.

Era agitatissima! Già da due giorni non riusciva quasi a mangiare, e soprattutto non riusciva a cancellarsi dal volto quel ridicolo sorrisetto. Ce l’aveva anche mentre dormiva. La parola agitazione non descriveva appieno il suo stato d’animo: provava panico puro misto a stupidissima gioia, e passava dal pallore cadaverico al rosso fuoco e viceversa.

Alla fine era scesa in cucina da Jeanremy e senza obiettare si era lasciata versare un bicchierino di rum. In effetti si era calmata un po’, ma soltanto finché lui non le aveva slacciato i primi due bottoni della camicetta, le aveva tirato su il colletto e le aveva fatto segno di spettinarsi un po’ i capelli, fin troppo perfetti. «Très jolie. Molto rock ’n’ roll», aveva detto il cuoco, e Marianne, tremando, si era avviata lungo il fiume ad aspettare.

Si sentiva come una barca che prendeva il largo in balia dell’oceano, allontanandosi dalla terra finché questa non spariva all’orizzonte, come il suo passato. Sessant’anni trascorsi come un giorno, e quel giorno le sembrava appartenere a un secolo remoto.

Quando Yann scese dalla macchina e le si avvicinò, Marianne sperò di non scoppiare a ridere o addirittura a piangere. Era così nervosa! E aveva le mani sudate fradicie.

E lui la guardava di nuovo in quel modo.

Nessun uomo l’aveva mai scrutata con tanta attenzione; le pareva di riscaldarsi alla luce degli occhi di Yann.

«Salut», sussurrò lui chinandosi a baciarla.

Questa volta tutti e tre i bisous si avvicinarono all’angolo della bocca. Lei inspirò il suo profumo: sapeva di aria fresca e di una traccia di colore, un gradevole dopobarba amaro.

Lui la guidò alla sua malconcia auto e le aprì la portiera, preoccupandosi anche di richiuderla.

Lei non sapeva dove posare le mani, né lo sguardo.

Yann pregò ardentemente di non essere sul punto di commettere l’errore più stupido della sua vita. Negli ultimi due giorni era stato tentato di passare di lì e ritirare l’invito, ma un uomo non faceva cose del genere. Però, chiederle un appuntamento per un funerale: che cos’aveva nella testa?

Aveva fatto spesso visita al defunto, il pescatore Jozeb Pulenn, a Saint-Guénolé, per comprare razze e merluzzi; inoltre Jozeb dalle gambe corte gli era stato utile quando si era recato nel Pays Bigouden in cerca di soggetti. Quante volte aveva dipinto la Chapelle Notre-Dame de la Joie, la chiesa gotica in riva al mare, e il faro più alto della Francia, il Phare d’Eckmühl, che faceva sembrare minuscolo il vicino villaggio di Saint-Guénolé! Yann



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